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Due popoli due Stati

L’ipocrisia dietro i “Due popoli, due Stati”

Ogni tanto si leva, sempre più stanca, la giaculatoria “Due popoli, due Stati”. Uno dei due Stati è Israele. L’altro? La Cisgiordania di uno screditato Abu Mazen, la Gaza oppressa da Hamas?

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L’ipocrisia dietro i “Due popoli, due Stati”

Ogni tanto si leva, sempre più stanca, la giaculatoria “Due popoli, due Stati”. Uno dei due Stati è Israele. L’altro? La Cisgiordania di uno screditato Abu Mazen, la Gaza oppressa da Hamas?

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L’ipocrisia dietro i “Due popoli, due Stati”

Ogni tanto si leva, sempre più stanca, la giaculatoria “Due popoli, due Stati”. Uno dei due Stati è Israele. L’altro? La Cisgiordania di uno screditato Abu Mazen, la Gaza oppressa da Hamas?

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Ogni tanto si leva, sempre più stanca, la giaculatoria “Due popoli, due Stati”. Uno dei due Stati è Israele. L’altro? La Cisgiordania di uno screditato Abu Mazen, la Gaza oppressa da Hamas?

La smargiassata del presidente americano Donald Trump, secondo il quale Gaza va evacuata e i palestinesi ripartiti tra Egitto e Giordania, ha un pregio: tanti sostenitori della causa palestinese sono passati dal silenzio al No deciso. In casa ‘loro’ non li vogliono, che stiano pure dove stanno, come stanno: prigionieri e oppressi dai tagliagole di Hamas. Una ‘bomba’ che non si sa come disinnescare soprattutto perché manca la volontà di farlo.

Ogni tanto si leva, sempre più stanca, la giaculatoria “Due popoli, due Stati”. Uno dei due Stati è Israele. L’altro? La Cisgiordania di uno screditato Abu Mazen, la Gaza oppressa da Hamas? Per qualche ragione nessuno fa sua l’obiezione di Marco Pannella: semmai due Stati democratici per due popoli. Si preferisce ignorare che una Gaza sotto il tallone dei terroristi di Hamas (e di fatto del regime teocratico iraniano) non garantisce nulla a nessuno: né Israele né i palestinesi né quel mondo che si riconosce nei valori e nei princìpi della libertà, del diritto, della democrazia.

Omri Boehm, un filosofo noto per i suoi lavori su Kant e i suoi scritti su Israele e sul sionismo, ci ricorda che nello statuto di Hamas si legge che «l’ultimo Giorno non verrà finché tutti i musulmani non combatteranno contro gli ebrei, e i musulmani non li uccideranno, e fino a quando gli ebrei si nasconderanno dietro una pietra o un albero, e la pietra o l’albero diranno: o musulmano, o servo di Allah, c’è un ebreo nascosto dietro di me, vieni e uccidilo». Boehm ricorda che «la dottrina dei due Stati è diventata un modo per calpestare continuamente i diritti dei palestinesi mantenendo al contempo l’illusione del compromesso». Aggiunge che «è diventata un modo per mantenere una facciata di impegno per la pace, mentre in realtà si sacrifica la pace sull’altare della sovranità nazionale».

Dunque, come se ne esce? Boehm propone una repubblica federale, consapevole di quanto questo percorso sia irto di difficoltà, faticoso e dai tempi lunghi. Ma questo non annulla il fatto che «la dottrina dei due Stati è diventata una farsa». Infine: «La pace può essere pensata solo assieme alla possibilità che, un giorno, la cittadinanza della regione sia condivisa o almeno si arrivi a una Costituzione comune che ponga la dignità e i diritti umani al di sopra della sovranità nazionale… Una federazione».

«Chi saremo?» si è domandato una volta lo scrittore David Grossman. La risposta di Boehm: «Essere disposti a stare insieme e a dire: noi abitanti di questo territorio, incarneremo gli ideali che preservano la pacifica convivenza». La triade libertà, diritto, democrazia. Quello che diceva e per cui si batteva Pannella. Certo: mille ostacoli da superare; odi stratificati da sopire alimentati e nutriti da enormi interessi in gioco. Un ‘sogno’. Ma, a ben vedere, molto più realistico di quel “Due popoli, due Stati” che sottende l’incubo “Dal fiume al mare, Palestina libera”, cioè la negazione e la distruzione d’Israele.

di Valter Vecellio

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