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Beatrice Rana

Beatrice Rana reinterpreta Bach

Il 21 marzo esce in fisico e in digitale “Bach Keyboard Concertos. BWV 1052 1053 1054 1056“, il nuovo album della pianista di fama mondiale Beatrice Rana

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Beatrice Rana reinterpreta Bach

Il 21 marzo esce in fisico e in digitale “Bach Keyboard Concertos. BWV 1052 1053 1054 1056“, il nuovo album della pianista di fama mondiale Beatrice Rana

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Beatrice Rana reinterpreta Bach

Il 21 marzo esce in fisico e in digitale “Bach Keyboard Concertos. BWV 1052 1053 1054 1056“, il nuovo album della pianista di fama mondiale Beatrice Rana

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Il 21 marzo esce in fisico e in digitale “Bach Keyboard Concertos. BWV 1052 1053 1054 1056“, il nuovo album della pianista di fama mondiale Beatrice Rana

Il 21 marzo esce in fisico e in digitale “Bach Keyboard Concertos. BWV 1052 1053 1054 1056“, il nuovo album della pianista di fama mondiale Beatrice Rana, in cui esplora le infinite possibilità interpretative della musica di Johann Sebastian Bach al pianoforte.

Nel suo nuovo album, anticipato dal primo movimento, l’Allegro dal Concerto n. 1 in re minore BWV 1052 e dal celebre Largo dal Concerto n. 5 in fa minore BWV 1056, Beatrice Rana si impegna in un dialogo intimo e illuminante con l’orchestra d’archi Amsterdam Sinfonietta, guidata dal primo violino e direttore artistico Candida Thompson, in quattro concerti per tastiera del compositore tedescoBWV 1052 in re minore, BWV 1053 in mi maggiore, BWV 1054 in re maggiore e BWV 1056 in fa minore.

L’album nasce dalla profonda connessione di Beatrice Rana con il compositore tedesco, che ha accompagnato il suo percorso fin dall’infanzia. All’età di nove anni si è esibita per la prima volta in pubblico con orchestra, suonando il Concerto in fa minore BWV 1056, un’opera a cui è particolarmente legata. Bach è diventato una figura centrale nella sua carriera, influenzando profondamente la sua visione artistica.

Il progetto prende forma nel 2022, dopo il tour con l’Amsterdam Sinfonietta, in cui hanno eseguito insieme i quattro concerti per tastiera di Bach. Il dialogo musicale nato durante il tour è stato così naturale e armonioso da ispirare la registrazione dell’album, definito dalla rivista Bachtrack come “fatto in cielo”. Il primo incontro tra Beatrice Rana e l’Amsterdam Sinfonietta risale al marzo 2019, quando hanno eseguito insieme due concerti di Bach. Per la pianista è stata la prima esperienza con un’orchestra senza direttore, un approccio che si è trasformato in una vera estensione della musica da camera.

Per Beatrice Rana, questi quattro concerti rivestono un’importanza storica, essendo tra le prime opere della tradizione occidentale concepite per strumento a tastiera e orchestra. Molti di essi derivano da trascrizioni di precedenti lavori per violino o oboe, rielaborati dallo stesso Bach, e la loro straordinaria capacità di adattarsi a strumenti diversi testimonia l’unicità del suo linguaggio musicale.
L’interpretazione al pianoforte moderno offre a Rana l’opportunità di esplorare nuove possibilità espressive. Pur rispettando la scrittura originale, l’artista sottolinea come il pianoforte possa talvolta avvicinarsi alla sonorità dell’organo, lo strumento principale di Bach, offrendo così una prospettiva interpretativa innovativa.

«Per me, la qualità universale di questa musica apre la questione della scelta tra il clavicembalo dell’epoca di Bach e il pianoforte moderno – ha raccontato Beatrice Rana – Spero sinceramente che a Bach sarebbero piaciuti i suoi concerti eseguiti al pianoforte. Certo, la prova è che la sua musica riesce a raggiungere il suo scopo su ogni tipo di strumento… Naturalmente, è importante suonare ciò che egli intendeva, ma penso che interpretare questi concerti sul pianoforte moderno – diverso in molti modi dal clavicembalo – permetta maggiori possibilità. A volte, piuttosto che seguire le orme del clavicembalo, il pianoforte può imitare l’organo, che era lo strumento principale di Bach. Credo che questo sia un processo interpretativo altrettanto interessante, ed è proprio quello che cercavamo nel nostro progetto di registrazione con l’Amsterdam Sinfonietta».

di Federico Arduini

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