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Papa Francesco: il saluto ai fedeli, le dimissioni dal Gemelli, il “fuori programma” e il ritorno in Vaticano

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Il racconto della giornata di Papa Francesco: dal saluto ai fedeli, passando per le dimissioni dal Gemelli, il “fuori programma” a Santa Maria Maggiore e il ritorno in Vaticano

Papa Francesco

Papa Francesco: il saluto ai fedeli, le dimissioni dal Gemelli, il “fuori programma” e il ritorno in Vaticano

Il racconto della giornata di Papa Francesco: dal saluto ai fedeli, passando per le dimissioni dal Gemelli, il “fuori programma” a Santa Maria Maggiore e il ritorno in Vaticano

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Papa Francesco: il saluto ai fedeli, le dimissioni dal Gemelli, il “fuori programma” e il ritorno in Vaticano

Il racconto della giornata di Papa Francesco: dal saluto ai fedeli, passando per le dimissioni dal Gemelli, il “fuori programma” a Santa Maria Maggiore e il ritorno in Vaticano

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Papa Francesco è rientrato in Vaticano. Ma prima di “tornare a casa”, il Pontefice ha fatto anche un “fuori programma” a Santa Maria Maggiore.

Il racconto della giornata del Santo Padre.

Papa Francesco ringrazia i medici

Prima di affacciarsi dal balconcino dell’ospedale Gemelli di Roma per un saluto e per impartire la benedizione, Papa Francesco saluta e ringrazia il personale medico e i vertici dell’Università Cattolica e del Policlinico Gemelli. Coloro che gli sono stati accanto ogni giorno. Lo rende noto il Vaticano.

Il saluto di Papa Francesco dal Gemelli di Roma: “Grazie a tutti”

Poco dopo le ore 12:00 Papa Francesco si affaccia dal balconcino del Gemelli di Roma. Il Pontefice, accolto dai numerosissimi fedeli presenti, saluta e ringrazia tutti. Si tratta della prima apparizione pubblica del Santo Padre dal suo ricovero del 14 febbraio. Dopo 38 giorni.

Per vedere il video di Papa Francesco che, dal balconcino del Gemelli di Roma, saluta e ringrazia i fedeli clicca qui

L’Angelus del Pontefice, il testo

Di seguito, il testo dell’Angelus scritto da Papa Francesco.

Cari fratelli e sorelle, buona domenica!

La parabola che troviamo nel Vangelo di oggi ci parla della pazienza di Dio, che ci sprona a fare della nostra vita un tempo di conversione. Gesù usa l’immagine di un fico sterile, che non ha portato i frutti sperati e che, tuttavia, il contadino non vuole tagliare: vuole concimarlo ancora per vedere «se porterà frutti per l’avvenire» (Lc 13,9). Questo contadino paziente è il Signore, che lavora con premura il terreno della nostra vita e attende fiducioso il nostro ritorno a Lui.

In questo lungo tempo di ricovero, ho avuto modo di sperimentare la pazienza del Signore, che vedo anche riflessa nella premura instancabile dei medici e degli operatori sanitari, così come nelle attenzioni e nelle speranze dei familiari degli ammalati. Questa pazienza fiduciosa, ancorata all’amore di Dio che non viene meno, è davvero necessaria alla nostra vita, soprattutto per affrontare le situazioni più difficili e dolorose.

Mi ha addolorato la ripresa di pesanti bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, con tanti morti e feriti. Chiedo che tacciano subito le armi; e si abbia il coraggio di riprendere il dialogo, perché siano liberati tutti gli ostaggi e si arrivi a un cessate il fuoco definitivo. Nella Striscia la situazione umanitaria è di nuovo gravissima ed esige l’impegno urgente delle parti belligeranti e della comunità internazionale.

Sono lieto invece che l’Armenia e l’Azerbaigian abbiano concordato il testo definitivo dell’Accordo di pace. Auspico che esso sia firmato quanto prima e possa così contribuire a stabilire una pace duratura nel Caucaso meridionale.

Con tanta pazienza e perseveranza state continuando a pregare per me: vi ringrazio tanto! Anch’io prego per voi. E insieme imploriamo che si ponga fine alle guerre e si faccia pace, specialmente nella martoriata Ucraina, in Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan, Repubblica Democratica del Congo.

La Vergine Maria ci custodisca e continui ad accompagnarci nel cammino verso la Pasqua”.

Le dimissioni dal Gemelli

Papa Francesco viene poi dimesso dal Gemelli. A bordo di una Fiat 500 bianca che procede lentamente fra la folla, con i finestrini chiusi. Il Pontefice saluta con la mano i numerosi fedeli presenti.

Il “fuori programma” di Papa Francesco. Direzione Santa Maria Maggiore

Tantissime persone attendono Papa Francesco in Vaticano, alla porta del Perugino. Quando la Fiat 500 su cui è a bordo il Pontefice arriva all’altezza di Porta Cavalleggeri, ecco però un “fuori programma”. Il veicolo cambia la direzione di marcia e fa poi una sosta a Santa Maria Maggiore.

Papa Francesco arriva nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Un cambio di programma improvviso, una vera e propria sorpresa, secondo i piani, il Pontefice – dopo le dimissioni dal Gemelli – sarebbe dovuto andare direttamente in Vaticano.

Il Santo Padre decide invece di andare a raccogliersi in preghiera davanti all’icona della Salus Populi Romani, di cui è da sempre devoto. Il Pontefice consegna al cardinale Makrickas dei fiori da porre davanti all’Icona.

Papa Francesco “torna a casa”

Dopo il “fuori programma”, Papa Francesco “torna a casa”. Arriva a Santa Marta.

Carmela Mancuso, la “donna delle rose” per Papa Francesco

Non è passata inosservata a Papa Francesco – durante il saluto ai fedeli dal balconcino del Gemelli – una signora che porta un bellissimo “mazzo di rose gialle”. La signora in questione si chiama Carmela Vittoria Mancuso e ha 79 anni.

“Questo dei fiori a Papa Francesco è un rituale che facciamo da anni. Erano rose gialle, le abbiamo consegnate alla gendarmeria per darle al Pontefice” spiega la signora Mancuso, che prosegue: “Sono a Roma da 6 anni – spiega la donna – a tutte le udienze mi sono presentata con i fiori per il Santo Padre: dalla prima volta, ho visto la meraviglia e il sorriso nei suoi occhi. ‘Sono per me?’ mi chiese. E da quel momento glieli porto sempre”.

“Sventolando questo mazzo di rose gialle volevo salutarlo, rallegrare il suo sguardo dopo la convalescenza. Non sapevo se si sarebbe ripreso. E sapere che mi ha guardato è una emozione che non so spiegare con le parole. Non sono degna. Volevo salutarlo anche a nome dei malati e dei bambini che sono qui in questo ospedale ma in tutto il mondo” conclude Mancuso.

di Filippo Messina

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