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sanzioni Germania alla russia

Le sanzioni della Germania alla Russia: una risposta chiara agli scetticismi

Dalla chiusura immediato del Nord Stream 2 ai 100 miliardi per il riarmo dell’esercito: la posizione della Germania contro la Russia di Putin è netta. Alla faccia degli scettici.

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Le sanzioni della Germania alla Russia: una risposta chiara agli scetticismi

Dalla chiusura immediato del Nord Stream 2 ai 100 miliardi per il riarmo dell’esercito: la posizione della Germania contro la Russia di Putin è netta. Alla faccia degli scettici.

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Le sanzioni della Germania alla Russia: una risposta chiara agli scetticismi

Dalla chiusura immediato del Nord Stream 2 ai 100 miliardi per il riarmo dell’esercito: la posizione della Germania contro la Russia di Putin è netta. Alla faccia degli scettici.

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Dalla chiusura immediato del Nord Stream 2 ai 100 miliardi per il riarmo dell’esercito: la posizione della Germania contro la Russia di Putin è netta. Alla faccia degli scettici.

La Germania c’è. In questi due mesi e passa di guerra russa in Ucraina troppe volte – da politici e opinionisti scettici sulla scelta dell’Occidente di sostenere il presidente Zelensky e gli ucraini nella difesa delle loro libertà contro gli invasori – è circolata la litania del Ma tanto la Germania farà delle scelte differenti”. Mai considerazione fu più sbagliata. Lo dicono i fatti.

Da settimane il governo tedesco del cancelliere Scholz tiene il punto sulla sovranità di Kiev assieme agli alleati della Nato. E lo fa concretamente. Scholz giusto in questi giorni ha parlato di cominciare a fare i conti con lipotesi della sospensione del metano in arrivo dalla Russia.

Nord Stream 2 è stato stoppato in poco tempo, una scelta non facile per i tedeschi. La Germania ha poi nazionalizzato in patria imprese di proprietà russa. Atti reali, come la decisione di riarmarsi che è stata assunta in tempi veloci e su cui ieri è cominciato il dibattito al Bundestag. Per il riarmo la Germania ha messo sul piatto un fondo speciale da 100 miliardi di euro, mica briciole. Il perché di questa scelta storica – dopo la sconfitta del nazismo nella Seconda guerra mondiale – lha spiegato il ministro della Difesa Christine Lambrecht: «Non è mai stato così importante prima d’oggi essere capaci di difendersi». Ha quindi sottolineato che non si conoscono i piani di Vladimir Putin e che «c’è un massiccio bisogno di investimenti nell’esercito. Per queste ragioni è così importante il fondo da 100 miliardi e lobbiettivo deve essere attrezzare completamente l’esercito entro il 2025».

Le sue parole sono un chiaro segnale politico che la Germania e il suo governo hanno perso ogni minima forma di fiducia nel presidente russo Putin. La Germania dunque c’è, eccome se c’è. E chi nutrisse, tra i cacadubbi, ancora qualche scetticismo potrà dissolverlo andandosi a leggere le parole pronunciate da un altro ministro tedesco, Svenja Schulze, responsabile della Cooperazione economica e dello Sviluppo.

In una intervista al giornale tedesco “Handelsblatt” la Schulze ha evidenziato – con suo profondo sconcerto – come il presidente russo Putin stia usando persino «la fame come arma» nella guerra in Ucraina perché «purtroppo non ha scrupoli». Perciò, ha aggiunto, «dobbiamo contrastarlo con una politica per la sicurezza alimentare» globale. A preoccupare la Schulze sono soprattutto i contraccolpi che la guerra della Russia contro l’Ucraina sta causando sul mercato internazionale dei generi alimentari, con effetti tragici nei Paesi in via di sviluppo dovuti all’aumento dei prezzi e ai problemi nel commercio del grano.

Nel governo tedesco, insomma, sull’invasione russa in Ucraina regna la certezza (altro che dubbi o tentennamenti): Vladimir Putin va fermato.

Di Massimiliano Lenzi

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