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Fabio Massimo Capogrosso

Fabio Massimo Capogrosso, la musica nel destino: “Per far conoscere la Classica contemporanea più coraggio da parte delle istituzioni”

Abbiamo scambiato due chiacchiere con il compositore Fabio Massimo Capogrosso, sulla colonna sonora di “Esterno notte” e sullo stato della musica classica contemporanea.
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Quando si pensa alla musica per orchestra la mente vola inevitabilmente ai grandi compositori del passato, all’Opera e al balletto. Tutto giusto, per carità. Ma questo mondo non è relegato al passato, vive e lotta in mezzo a noi, nell’opera e nel talento di decine di compositori contemporanei che, tra elettronica e orchestre, progetti indipendenti e colonne sonore, portano avanti una tradizione vecchia di secoli. E proprio tra loro abbiamo avuto il piacere di scambiare qualche parola con Fabio Massimo Capogrosso, parlando della sua carriera e della sua ultima creatura: la colonna sonora della serie “Esterno nottesul sequestro Moro, scritta e diretta da Marco Bellocchio in arrivo su Rai 1 in autunno. Nel corso degli anni, Capogrosso è stato il primo compositore in residenza della Filarmonica “Arturo Toscanini” di Parma ed è regolarmente ospite di prestigiose istituzioni musicali come l’Accademia di Santa Cecilia e il Teatro alla Scala di Milano Un amore nato tempo fa quello di Fabio per la musica, addirittura alle scuole elementari, durante un corso di musica in classe: “Una maestra notò il mio talento, suggerendo ai miei genitori di farmi studiare pianoforte. Dopo i primi anni di studi, ancora giovanissimo, – ci racconta – mio zio mi portò da una conoscente, compositrice e pianista. Non fu colpita dall’esecuzione di alcuni standard ma, quando le feci sentire cosa avevo scritto di mio pugno, rimase senza parole. Da lì la strada era segnata!”.  Spronato da questi segni, indice della volontà di scrivere qualcosa di proprio, Fabio decise di intraprendere gli studi di composizione al conservatorio dell’Aquila, sotto la guida del maestro Sergio Prodigo, grazie ai quali gettò le basi di uno stile molto personale, denso, potente e altamente comunicativo, tutte caratteristiche evidenti all’ascolto delle composizioni per “Esterno notte”. Questa è la mia prima colonna sonora, fin qui ero sempre stato un compositore di musica contemporanea. Per me è stata una novità assoluta. Sono 16 i brani della release: ho iniziato a comporre sulla sceneggiatura, per poi lavorare sulle immagini e i premontati, sotto la preziosa guida di Francesca Galvelli e Claudio Visantomi, montatori della serie”. Trovando ispirazione da sempre da altre forme artistiche, da un quadro o da un libro, per Capogrosso è stato un processo naturale scrivere sulle immagini della serie, dosando sapientemente ai dialoghi una musica dal linguaggio non sempre semplice, alternato a brani più fruibili “perché non è importante tanto il linguaggio, quanto la profondità di ciò che stai dicendo, per arrivare all’ascoltatore”. In un mondo sempre più improntato ad un ascolto passivo, tra tik tok e servizi di streaming, la musica classica contemporanea, tra le sue centinaia di sfumature e diramazioni, fa indubbiamente fatica ad incontrare il grande pubblico. E se le colonne sonore possono essere un valido mezzo per avvicinare nuovo pubblico, non può di certo bastare.  Non è una questione di complessità o di ignoranza del pubblico.” – sottolinea Capogrosso – “Ci sono molti compositori che scrivono brani che arrivano alla gente, ma ci vuole più coraggio da parte delle istituzioni e delle soprintendenze per proporre musica contemporanea. Se ne produce tanta ed è giusto che il pubblico abbia modo di ascoltarla”.   di Federico Arduini
4.5

VOTO:

Una colonna sonora che è un piacere ascoltare, in attesa di poterla fruire sulle immagine della serie, così da poter formulare un giudizio d’insieme.
aspetti positivi
Una colonna sonora dalle diverse sfumature, tratteggia più universi sonori. Scritta con sapienza e gusto, dalla forte drammaticità. Alcuni temi ti restano letteralmente in testa.

Aspetti negativi
Non sempre dal semplice ascolto, ma probabilmente anche per via della complessità emotiva della vicenda che accompagna su schermo.

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