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Crimea

Crimea libera entro la prossima estate

Secondo il generalea tre stelle americano come Ben Hodges, dopo la svolta del ponte di Kerch per gli ucraini tutte le strade portano in Crimea
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Crimea libera entro la prossima estate

Secondo il generalea tre stelle americano come Ben Hodges, dopo la svolta del ponte di Kerch per gli ucraini tutte le strade portano in Crimea
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Crimea libera entro la prossima estate

Secondo il generalea tre stelle americano come Ben Hodges, dopo la svolta del ponte di Kerch per gli ucraini tutte le strade portano in Crimea
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Secondo il generalea tre stelle americano come Ben Hodges, dopo la svolta del ponte di Kerch per gli ucraini tutte le strade portano in Crimea

Berlino – Entro l’estate la Crimea sarà liberata e tornerà a essere ucraina. Profezie sull’andamento della guerra se ne ascoltano a dozzine ogni giorno, ma se si vuol capire quel che davvero sta accadendo sul terreno meglio rivolgersi a un generale a tre stelle americano come Ben Hodges. Non fosse altro perché già a marzo aveva pronosticato la sconfitta militare della Russia, quando ancora tutti pensavano che avrebbe fatto un sol boccone dell’Ucraina.

Militare oggi prestato ai think tank, Hodges è stato comandante in capo dell’esercito statunitense in Europa presso il quartier generale di Wiesbaden, in Germania. Vive a Francoforte, dove la “Frankfurter Allgemeine Zeitung” è andata a intervistarlo per una prima valutazione del conflitto e una previsione sui mesi futuri. Per il generale l’attentato al ponte di Kerch è un punto di svolta: «È stata un’operazione impressionante. Non è cosa da poco distruggere una struttura del genere, o almeno danneggiarla gravemente. Servono molti esplosivi e un piano molto, molto buono, soprattutto per la tempistica. L’esplosione è avvenuta esattamente quando un treno con vagoni di carburante stava passando sul ponte, non è stata certo una coincidenza».

Ora per gli ucraini tutte le strade portano in Crimea. «Se i rifornimenti russi fossero tagliati fuori attraverso il ponte di Kerch e l’esercito ucraino potesse anche sfondare il ponte di terra vicino a Mariupol, cioè lungo il territorio conquistato sulla costa, sarebbe un grande passo» prosegue Hodges. «Nella zona intorno a Kherson ci sono tra i 10 e i 20mila combattenti russi che verrebbero così accerchiati e tagliati fuori dai loro rifornimenti». È proprio lì che ora insiste la controffensiva di Kiev.

Il generale americano è sicuro che gli ucraini vogliano ora spingersi fino al Mar d’Azov e sfondare le linee russe, l’importante è continuare ad agire con pazienza: «Hanno il tempo dalla loro parte, non devono affrettare nulla, i russi sono con le spalle al muro». I collegamenti ferroviari sono un’arteria centrale dei loro rifornimenti e sono presi di mira dagli ucraini sia sul ponte di Kerch che nell’area occupata dai russi vicino a Mariupol. «Credo che l’esercito ucraino abbia raggiunto uno slancio irreversibile, molto probabilmente per i russi è impossibile invertirlo» aggiunge. Siamo giunti a un punto decisivo, in cui è fondamentale non far mancare a Kiev il supporto dell’Occidente, sia morale sia soprattutto militare e di intelligence: «Non è il momento delle fughe in avanti verso prematuri accordi di tregua. Molti governi occidentali sono ora sotto pressione, ma non bisogna dimenticare che in gioco ci sono la sicurezza dei confini europei e la sovranità degli Stati».

I russi «devono perdere, altrimenti ci riproveranno tra due o tre anni», su questo Hodges non ha dubbi. E la sconfitta di Putin potrebbe arrivare prima di quel che si pensa: «Credo che la Crimea sarà liberata entro la prossima estate, la situazione dei russi peggiora di settimana in settimana. Si dice che la guerra sia una prova di volontà e di logistica e l’Ucraina è di gran lunga superiore su entrambi i fronti».

di Pierluigi Mennitti 

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