Dagli scarti della patata alla barretta vegana, dalla Calabria ecco la proposta di Apoc
Cosenza, 24 nov. (Labitalia) – Trasformare un sottoprodotto ortofrutticolo in valore, attraverso l’innovazione e la ricerca. E’ l’obiettivo del progetto ‘Apoc Agro proof of concept. Ricerca e innovazione a servizio dell’agricoltura’, presentato oggi all’Università della Calabria, e che ha come protagonisti gli ortaggi trasformati. Il progetto vede coinvolti il Consorzio produttori patate associati in veste di capofila e quattro partner: Cotrapa 2000 (cooperativa agricola) e Gias Spa che si occupano di lavorazione e trasformazione di prodotti agricoli, Galascreen srl, spin off accademico dell’Università della Calabria in veste di partner tecnologico/scientifico e il Discag dipartimento scienze aziendali e giuridiche dell’Unical.
“Il Progetto Apoc che abbiamo presentato oggi -spiega ad Adnkronos/Labitalia Albino Carli, direttore del Consorzio produttori patate associati- ha già portato a un primo risultato tangibile: siamo riusciti a realizzare una barretta a base di sottoprodotti della lavorazione delle patate. Il risultato è molto incoraggiante, le prime barrette sono molto piaciute, e sostanzialmente questo raggiunge quello che è l’obiettivo fondamentale della nostra richiesta al mondo della ricerca: prendere un prodotto che fino a questo momento abbiamo dovuto smaltire pagando dei soldi, dandogli invece un valore”. E per i produttori di patata della Sila Igp si tratta di quintali e quintali di patate che ogni anno devono essere smaltiti perchè danneggiate nella raccolta o nel confezionamento. E che con ‘Apoc’ possono puntare a una nuova ‘vita’, venendo valorizzati. “Siamo in una fase embrionale ma i presupposti sono molto favorevoli per consentire un allargamento della commercializzazione di prodotti che non sono esclusivamente ortofrutticoli”, sottolinea Carli.
Il primo ‘prototipo’ del progetto ‘Apoc’ è indirizzato a un target ben preciso. “E’ una barretta indirizzata soprattutto agli sportivi, a chi pratica bike piuttosto che trekking e quant’altro, a base di carboidrati. Un prodotto quindi molto vicino a tutti quelli che sono gli sport che si praticano sull’altopiano Silano. Un connubio a nostro modo di vedere molto indovinato”, conclude Carli. Il progetto si incentra su 4 obiettivi principali: realizzazione di una struttura operativa volta all’attivazione di processi di co-sviluppo dell’innovazione con il sistema della ricerca; creazione di piattaforme tecnologiche per gestire anche virtualmente i processi; realizzazione di una barretta vegana, prodotto alimentare dal recupero di scarti di produzione e trasformazione; altri processi di trasformazione di scarti alimentari.
E alla presentazione ha preso parte anche l’assessore all’Agricoltura della Regione Calabria, Gianluca Gallo, soddisfatto del progetto. “Un’iniziativa encomiabile, che propone modelli innovativi e rilancia il ruolo della ricerca e della Calabria nel mondo agroalimentare”, ha dichiarato.
“Immaginare che dagli scarti di produzione e lavorazione degli ortaggi possano derivare nuovi prodotti alimentari, posti di lavoro e progresso tecnologico -ha continuato l’assessore- è prospettiva tutt’altro che fantascientifica e remota ed anzi resa concreta dai risvolti di un progetto che se da un lato rilancia il ruolo della ricerca scientifica in ambito agroalimentare, dall’altro esalta il ruolo della Calabria, delle sue ricchezze naturali e dei suoi talenti umani, capaci di proporre modelli di crescita sostenibili ed all’avanguardia”.
“La sinergia tra Università ed imprenditori privati sarà attivamente sostenuta dalla Regione anche attraverso specifici interventi, ad esempio attraverso la misura 16.1 del Psr, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo della ricerca scientifica in agricoltura e perseguire così anche una maggior competitività ed un’ulteriore crescita dei livelli qualitativi dell’offerta agroalimentare calabrese”, ha concluso.
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