Libri, Bombassei: “In ‘Una Marcia in più’ donne salde nella realtà e nel fare impresa”
Roma, 25 nov. (Labitalia) – “Le protagoniste del libro non hanno mai avuto paura di sporcarsi le mani nel senso più nobile: mantenere ben saldo il rapporto con la realtà. Questo è un altro aspetto decisivo della nostra vocazione industriale, una cultura che non nasce nei grandi gruppi ma nelle storie familiari. Storie fatte di scarsità di risorse finanziarie ma di determinazione a crescere: è il concetto di ‘piccolo è bello’ che, quando non diventa condanna al nanismo, rappresenta un grande motore di sviluppo”. Così Alberto Bombassei, presidente di Brembo, nella prefazione al volume, edito da Wise Society, ‘Una marcia in più. Storie italiane di imprenditrici vincenti’, di Manila Alfano, Giorgio Gandola e Stefano Zurlo,
“Prendiamo un ingegnere tedesco, bravissimo, rigoroso, affidabile. Ma quel tocco che consente di personalizzare, di andare oltre, di trovare la soluzione fuori dagli schemi conosciuti, lui non ce l’ha. Gli italiani e le italiane sì. Nel mondo industriale superspecializzato il nostro alto artigianato è un segno distintivo, è garanzia di qualità. La personalità e l’umanità aiutano a proporre un prodotto meno freddo, più riconoscibile e accattivante. Ecco perché le aziende raccontate nel libro, che hanno dominanti caratteristiche femminili, rappresentano al meglio il fare impresa italiano. Fra le righe della narrazione si coglie l’attenzione ai rapporti personali, la capacità di scegliere bravi collaboratori andando oltre ogni gelosia”, continua Bombassei.
Per l’industriale “l’empatia è merce rara e preziosa, gli stranieri di solito sono molto preparati ma molto freddi. Invece i nostri tecnici, i nostri manager parlano senza problemi con il governatore del Michigan e con il portiere dello stabilimento. Conoscono meglio la vita, si districano più facilmente fra i problemi. Noi italiani siamo facilitati dall’approccio; nel futuro le ‘soft skill’ delle relazioni umane saranno sempre più preziose. Qualcosa da recuperare dopo gli anni dello smartworking. In un mercato globale con una competizione feroce -continua Bombassei- queste caratteristiche sono decisive. Ne aggiungo un’ultima, ben presente in chi dimostra di avere ‘una marcia in più’: la capacità di rialzarsi dopo una delusione. Io ho il setto nasale deviato a forza di prendere le porte in faccia. Chi si alza ogni mattina per fare impresa sa cosa significa tutto questo. Le donne di più, perché sono partite da più lontano e conoscono il valore della sofferenza. Alla fine del libro si arriva a una conclusione non scontata: le donne italiane sono più italiane degli uomini”, conclude Bombassei.
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