Abruzzo: Marsilio vede il bis, D’Amico resta distante 10 punti
Roma, 11 mar. (Adnkronos) – Un’ora dopo la chiusura delle urne, con le prime proiezioni che arrivano dopo due exit poll, Marco Marsilio è già vicinissimo al bis per la guida della Regione Abruzzo. La forbice con l’ex rettore Luciano D’Amico viaggia sui 10 punti (55 per il meloniano, 45 per l’esponente del campo largo): quanto basta per far tirare un sospiro di sollievo al centrodestra. Che nel frattempo può festeggiare, con Salvini, la vittoria di Chega in Portogallo. Se il leader della Lega esulta per l’amico Ventura, parlando di “risultato straordinario, soli contro tutti”, sul voto abruzzese rompe gli indugi la ministra Daniela Santanchè, che si limita a un “e vai”, su X.
A livello di liste, dopo le prime sezioni scrutinate, nel fronte del centrodestra Fdi si attesterebbe intorno al 25%, per arrivare al 30% se si sommassero i voti della lista di Marsilio, che dei Fratelli è storico esponente. La Lega resta sulle percentuali delle ultime politiche, intorno al 9%, ma subisce il sorpasso di Fi che ottiene oltre il 15% dei consensi degli abruzzesi. Sul fronte progressista in testa si registra il voto per il partito democratico, con preferenze intorno al 18%, il M5S si accredita al 7%. La Lista per D’Amico presidente raccoglierebbe attorno all’8%.
Da Pescara il sindaco forzista Carlo Masci parla di “dato positivo per Marsilio e per la coalizione di centrodestra, la cosa non può che farci piacere”. Il leghista Francesco De Santis, portavoce in regione si sbilancia: “Penso che la partita sia chiusa”. “Appare in maniera evidente come gli abruzzesi abbiano preferito un governo unito di centrodestra rispetto a un campo largo probabilmente un po’ confusionario”, dice Guerino Testa, deputato di Fdi. Dal Pd interviene Stefania Pezzopane, ex senatrice e consigliera comunale del Pd a l’Aquila che pare mettere le mani avanti: “comunque sia il centrosinistra è ripartito. E’ importante quello che abbiamo fatto, può essere un messaggio che mandiamo all’Italia”. Dato definitivo è quello dell’affluenza alle urne che è in lieve calo. Il dato definitivo è del 52,2%, contro il 53,11% del 2019. Una flessione che nelle analisi a ridosso del voto avrebbe favorito proprio il centrodestra.
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