Da Galli a Crisanti, a 4 anni da pandemia che fine hanno fatto le ‘virostar’
Roma, 11 gen. (Adnkronos Salute) – C’è chi è andato in pensione (Massimo Galli e Gianni Rezza), chi è finito dal laboratorio al Senato (Andrea Crisanti), chi è consigliere regionale in Puglia (Pier Luigi Lopalco), chi scrive editoriali (Antonella Viola), chi invece continua in Tv e sui social a divulgare scienza e medicina, come Roberto Burioni, Matteo Bassetti, Massimo Ciccozzi, Fabrizio Pregliasco, Massimo Andreoni, Walter Ricciardi, Maria Rita Gismondo. Poi c’è chi è passato dallo Spallanzani alla direzione della Prevenzione del ministero della Salute, Francesco Vaia. E poi ci sono quelli quasi ‘scomparsi’ dai radar dei media: Giuseppe Ippolito, alla direzione Ricerca del ministero della Salute; Franco Locatelli, ancora presidente del Consiglio superiore di sanità, e Silvio Brusaferro che ha lasciato per fine mandato l’Iss ed è tornato all’attività accademica. A 4 anni dalla pandemia Covid in Italia, quando abbiamo imparato a conoscere volti e voci della comunicazione scientifica, le ‘virostar’ – come sono state ribattezzati in un unico calderone virologi, infettivologi, igienisti, statistici, microbiologi, immunologi – hanno meno spazio in Tv e sui giornali, ma continuano comunque a dare opinioni e riflessioni sul Covid e sul vaccino, ma anche, vista la forte impennata di casi, sull’influenza.
Durante questi 4 anni gli esperti chiamati a rispondere ad ogni sorta di domanda su un virus nuovo e sconosciuto agli inizi del 2020 si sono anche divisi su come arginarlo, sui contagi e poi su come curarlo. Ma se questo era prevedibile perché contro Sars-CoV-2 eravamo scoperti, a suscitare polemiche sono state le divisioni sulle norme adottate per contenere la diffusione del coronavirus tra lockdown, Dad, Green pass, mascherine obbligatorie. Qui gli esperti si sono separati in ‘fazioni’ tra chi era d’accordo con le misure del Governo Conte – alcuni giornali hanno iniziato ad appellarli come ‘gufi’ – e chi invece ne evidenziava le criticità, ques’ultimi diventati poi gli ‘ottimisti’. L’arrivo del vaccino anti-Covid ha appianato le divergenze e ha lanciato alcuni degli infettivologi e virologi in una campagna di difesa del vaccino contro i no-vax e le bufale. Spesso diventando anche bersagli di messaggi di morte e minacce, come è accaduto a Bassetti e Pregliasco.
Attività che non ha conosciuto crisi durante la pandemia è quella della pubblicazione di libri. Bassetti, recordman, ne ha scritti tre: ‘Una lezione da dimenticare’, ‘Il mondo è dei microbi’ e l’ultimo ‘Pinocchi in camice’. Gismondo uno: ‘Ombre allo specchio. Bioterrorismo, infodemia e il futuro dopo la crisi’. Burioni, già attivo prima del Covid, ha pubblicato ‘Virus la grande sfida’, ‘Match point. Come la scienza sta sconfiggendo il cancro’, ‘La formidabile impresa. La medicina dopo la rivoluzione mRna’. Poi ci sono Pregliasco con ‘I superbatteri, una minaccia da combattere’, e Galli con ‘Gallipedia’ e ‘Una banale influenza?’, mentre Crisanti ha scritto nel 2021 ‘Caccia al virus’. Viola ha fatto una scelta diversa: dopo un saggio più tecnico, ‘Danzare nella tempesta. Viaggio nella fragile perfezione del sistema immunitario’, ha scritto due libri sull’alimentazione: ‘Il digiuno intermittente. Tutti i benefici dell’alimentazione circadiana (e le risposte ai tuoi dubbi)’, e ‘Il cibo buono. C’è più gusto a nutrirsi bene’.
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