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Tecnica ad aghi ultima moda anti-età, chirurgo ‘inutile e rischiosa’

2 Novembre 2023

Roma, 2 nov. (Adnkronos Salute) – E’ il trattamento di medicina estetica più popolare del momento. Di gran moda negli Usa, anche grazie a Kim Kardashian che ha rivelato su Instagram di aver provato il macchinario, la radiofrequenza ad aghi frazionale ora spopola anche in Italia, soprattutto grazie al passaparola, a chat, social e alle promesse di ringiovanire “di 10 anni”. Una moda però bocciata con forza da molti chirurghi plastici e medici estetici che avvertono: “Diffidate delle macchine che promettono di ringiovanire il viso in due sedute! E’ un risultato impossibile. In particolare questa tecnica non ha alcuna efficacia dimostrata a lungo termine, può causare uno svuotamento eccessivo per danno sul tessuto adiposo sottocutaneo, e rischia di compromettere fibre nervose e fasce muscolari superficiali”, avverte Paolo Mezzana, specialista e dottore di ricerca in Chirurgia plastica a Roma, ricordando che questo macchinario “è ora attenzionato dalla Fda americana che ne sta valutando gli effetti collaterali”.

La tecnica infonde nel derma energia termica frazionata che scalda i tessuti in profondità, causando uno shock termico che – secondo le promesse – stimola la produzione di collagene: “Attenzione però – spiega il chirurgo all’Adnkronos Salute – si tratta di collagene coagulativo, cicatriziale, perché se vai sotto cute, fino a 4-5 millimetri, aumenti la temperatura oltre i 5-10 gradi, crei un’ustione e di conseguenza stimoli collagene di tipo riparativo, non collagene buono. Parliamo quindi di medicina coagulativa e non di medicina rigenerativa che è altra cosa”, sottolinea Mezzana.

“Purtroppo siamo di fronte all’ennesima moda, che molte italiane stanno seguendo, sborsando inutilmente 900-1.000 euro a seduta, tra l’altro molto dolorosa. Molte clienti – riferisce – ci dicono ‘l’ha fatto la mia amica ieri e sta meglio’. Purtroppo è solo un gonfiore temporaneo, e tra 2 mesi sarà come se non avesse fatto nulla, sempre che non abbia effetti collaterali, come appunto un eccessivo svuotamento, e sappiamo bene come la perdita dei volumi con il passare degli anni sia la prima causa dell’invecchiamento facciale”.

Mezzana, dunque, ribadisce come “nella medicina rigenerativa non si può andare di corsa pretendendo risultati immediati, perché il risultato è progressivo ovvero rispetta il tessuto e aspetta la risposta cellulare. Bisogna affidarsi a protocolli precisi fatti da medici esperti e non a macchinari – ammonisce il chirurgo – perché il ringiovanimento è la combinazione di diversi trattamenti che possono rallentare l’invecchiamento cutaneo, ma certo non far tornare la pelle indietro di 10 anni. Purtroppo – riflette – il marketing è uno strumento meraviglioso, ma in medicina è veramente pericoloso”.

“La medicina non è un miracolo – ribadisce lo specialista – ma un processo. Nel caso del viso di una donna, va valutato innanzitutto il grado di riempimento da fare in base al volume perso: teniamo presente che a 55 anni si è perso tra il 15 e il 25% del volume del viso che si aveva da giovani, perché diminuisce il grasso e le ossa si assottigliano. Quindi bisogna prima ripristinare i volumi con acido ialuronico o con il grasso autologo, poi curare la ‘superficie’, cioè l’aspetto dell’epidermide, le macchie eccetera, con peeling calibrati o laser frazionali delicati che rinnovano lo strato superficiale. Infine, nei casi più marcati, si può optare per la chirurgia plastica che va a intervenire sulla sospensione dei muscoli: quando si fa un lifting, infatti – dettaglia Mezzana – non si tira la pelle, ma si sospende la fascia muscolare, che è quello che dà un effetto duraturo. Ma anche in questo caso, fare solo un lifting significherebbe tirare una pelle vecchia, che va, invece, prima curata. Dunque una medicina fatta di più step, alcuni rigenerativi, altri chirurgici sempre nel rispetto dell’armonia del volto. Non si può pensare che una macchina risolva tutto in due sedute”.

A proposito dell’attenzione a cui è sottoposto attualmente il macchinario negli Usa, il chirurgo plastico riferisce che, “dopo l’autorizzazione data dalla Food and Drug Administration, l’azienda produttrice per 2 anni non ha mai mandato i report sugli eventi avversi. Quando finalmente li ha mandati, erano talmente discordi rispetto al numero di cause legali – compreso quella di una nota presentatrice Tv americana che ha subito un grave svuotamento del viso e ha fatto una super denuncia, legale e mediatica – che la Fda ha posto sotto attenzione la macchina per rivalutare se i rischi superano i benefici. In tal caso, dovrà ritirare l’autorizzazione”.

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