Britney Spears e le nostre scorciatoie mentali
Come cambia la nostra percezione di una pop star in difficoltà.
Britney Spears e le nostre scorciatoie mentali
Come cambia la nostra percezione di una pop star in difficoltà.
Britney Spears e le nostre scorciatoie mentali
Come cambia la nostra percezione di una pop star in difficoltà.
Come cambia la nostra percezione di una pop star in difficoltà.
Cosa sono le euristiche? Sono le scorciatoie mentali che ci permettono di elaborare velocemente giudizi sociali e di prendere decisioni rapide davanti a questioni complesse. Sono schemi che utilizziamo senza rendercene conto per riformulare i problemi e trasformarli in operazioni semplici, quasi automatiche.
Il caso di Britney Spears è l’esempio perfetto di utilizzo delle euristiche da parte dell’opinione pubblica. Britney, una delle cantanti pop più pagate al mondo negli anni Duemila, divenne il bersaglio preferito dei tabloid più violenti nel 2007 quando – dopo il divorzio dal marito Kevin Federline e uscita da una clinica psichiatrica – si rasò completamente la testa e attaccò l’auto di un paparazzo con un ombrello. Da allora e per tutti Britney divenne la ‘pazza’, quella pericolosa per sé stessa e per gli altri, quella su cui farsi due risate durante la messa in piega dal parrucchiere.
Le euristiche ce l’avevano fatta catalogare così, senza sforzi. In quegli anni non c’era alcuna sensibilità sull’argomento della salute mentale e nessun interesse a indagare cosa ci fosse veramente dietro a quel comportamento ribelle e aggressivo. Nessuno, in quel periodo, avrebbe mai messo in dubbio la scelta di mettere Spears sotto tutela e di toglierle i figli. Di Britney si è ricominciato a occuparsi da poco, dopo che alcuni post della cantante hanno dato vita al movimento #freebritney nato per supportare l’artista nel suo desiderio di liberarsi dalla tutela paterna, da lei definita abusante. Nell’ultimo anno, complice anche il documentario “Framing Britney Spears” di Samantha Stark, l’argomento ha popolato i social con una visione diametralmente opposta a quella degli anni Duemila. Oggi Britney è definita come una vittima, una brava madre che è stata privata dei suoi diritti fondamentali da un gruppo di persone brutte e cattive che volevano solo approfittarsi di lei. In molti sostengono che la cantante non abbia mai ricevuto una diagnosi psichiatrica e che tutto sia stato inventato dal padre e dai manager che volevano lucrare sulla cantante. Peccato che la storia, oggi come ieri, sia molto più complessa di come sembra.
Britney Spears è una donna che ha subìto diversi ricoveri psichiatrici, oltre ad aver abusato di alcol e cocaina per un lungo periodo. È una donna che è stata messa sotto tutela in un momento della sua vita in cui molte persone, dall’esterno, si stavano approfittando di lei. L’abuso non è stato tanto richiederne la tutela quanto il modo in cui questa è stata condotta, e il fatto che sia stata affidata a una persona, il padre Jamie, con un passato traumatico e una storia di alcolismo. L’obiezione che Britney, se avesse sofferto di una patologia psichiatrica, non avrebbe potuto lavorare, dimostra quanto ancora poco sappiamo della malattia mentale. Quello su cui possiamo ragionare è che a una persona sottoposta a una tutela tanto stringente, sia dal punto di vista economico che personale, dovrebbe essere stata riscontrata una semi infermità mentale, quella sì incompatibile con i ritmi lavorativi di Spears.
Ad oggi, sappiamo che Jamie Spears ha rinunciato alla tutela sul patrimonio della figlia e che, per Britney, la strada per la libertà sembra ormai spianata. Ci sarà una grande festa tra i fan e poi il silenzio fino al prossimo capitolo, in cui dovremo decidere di nuovo da che parte stare. Per fortuna che ci sono le euristiche.
di Maruska Albertazzi
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