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Fatti, non foto

Tutti gli indicatori economici sono positivi. Il rimbalzo post crisi-Covid è reale, in molti casi già in atto e potrebbe produrre effetti anche superiori a quelli stimati.

Fatti, non foto

Tutti gli indicatori economici sono positivi. Il rimbalzo post crisi-Covid è reale, in molti casi già in atto e potrebbe produrre effetti anche superiori a quelli stimati.

Fatti, non foto

Tutti gli indicatori economici sono positivi. Il rimbalzo post crisi-Covid è reale, in molti casi già in atto e potrebbe produrre effetti anche superiori a quelli stimati.

Tutti gli indicatori economici sono positivi. Il rimbalzo post crisi-Covid è reale, in molti casi già in atto e potrebbe produrre effetti anche superiori a quelli stimati.

Questo a livello globale, mentre in Europa potremmo cominciare a valutare l’effetto volano del Next Generation EU solo fra la fine del 2021 e l’inizio del prossimo anno. Segnali confortanti, dunque, anche per un Paese come il nostro che ha a lungo lamentato una reazione lenta alle precedenti crisi. C’è un elemento, però, che non può essere mai dimenticato, perché è presupposto e garanzia di tutto ciò che abbiamo appena sottolineato: i vaccini. Senza la campagna di massa, non c’è ipotesi di ripresa che possa resistere all’incubo di una terza ondata di chiusure. Il mondo della produzione, del commercio, degli stessi servizi dipende direttamente dalla garanzia della libera mobilità. Non abbiamo alcun tipo di alternativa possibile. Lo ricordiamo oggi all’interno del giornale, citando il monito che arriva dalle Olimpiadi mestamente blindate in Giappone, e lo abbiamo sottolineato ieri, stigmatizzando la polemica sul Green Pass. Per tutti questi motivi, è di relativo interesse la condivisione social delle fotografie scattate ai leader al momento della vaccinazione. Si può scegliere o meno di pubblicare quello che resta un momento privato o limitarsi a riprendere l’attesa, come nel caso del presidente Mattarella o di Mario Draghi. Messaggi importanti, per carità, ma ancora più decisive sarebbero dichiarazioni inequivocabili in favore della vaccinazione. Magari tutti assieme, in omaggio alla salute collettiva e non certo alla cancellazione delle sempre preziose diversità. Ai leader non chiediamo di aggiornarci sui loro appuntamenti negli hub ma di spendersi senza se e senza ma. Il Paese vive una fase di sospensione, fra il grande entusiasmo tardo primaverile per le vaccinazioni e l’attuale frenata. Da giorni, ormai, gli appuntamenti per le seconde dosi hanno superato di molto quelli per le prime. Se da un lato il fenomeno è determinato dall’esigenza di garantire le finestre temporali fra le due iniezioni, al contempo si assiste a un innegabile rallentamento nelle prenotazioni. Un fenomeno che va contrastato subito, prima di mettere a rischio l’avvio del prossimo anno scolastico e la tenuta delle attività economiche. Non si tratta di lanciare appelli ma di dare il buon esempio. Abbiamo il diritto di sapere chi condivide o meno le ansie e le speranze della grande maggioranza degli italiani. Perché vaccinarsi è l’unica cosa che conta, l’unico argine fra noi e il disastro economico.   di Fulvio Giuliani

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