I fumetti per bambini incitano all’insurrezione e alla violenza. Dopo aver fatto chiudere i battenti ad “Apple Daily”, il giornale pro democrazia, la scure della censura cinese a Hong Kong si allarga ai contenuti per i più piccoli. Cinque membri di un’associazione di ortofonia, che si occupa di tecniche rieducative per i difetti di pronuncia, sono stati arrestati con l’accusa di sedizione. La loro ‘colpa’? Avere pubblicato tre libri a fumetti che secondo la Squadra speciale cinese che si occupa della sicurezza avrebbero incitato i bimbi alla rivolta anti-governativa.
Utilizzando le immagini delle pecore e degli agnelli, i libriccini raccontavano una serie di episodi che avevano visti i cittadini contrapposti alle forze di sicurezza. Inaccettabile, secondo Pechino, che ancora una volta ignora gli accordi sino-britannici che dovevano garantire una certa autonomia a Hong Kong, facendo capire chiaramente chi comanda e che il dissenso non solo non è gradito ma verrà punito.
Secondo la polizia i fumetti ‘incriminati’ «attizzavano l’odio contro il governo e la giustizia di Hong Kong» e i loro autori sono «cospiratori sediziosi». Ad aggravare la loro posizione il fatto che avessero organizzato sedute pubbliche di lettura per bambini fra i 5 e gli 8 anni: per la Cina quello è stato un «comportamento sinistro ed estremamente malvagio» che mirava a condizionare i fanciulli e a spingerli a glorificare la violenza peraltro utilizzando informazioni distorte. Democrazia, questa sconosciuta.
di Annalisa Grandi
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