
Occasione 5G
Occasione 5G
Occasione 5G
La partita che si gioca attorno al 5G non è roba per fissati di tecnologia, per giovinastri smanettoni o per attempati chattatori compulsivi.
Tutti loro e tutti noi troveremo di che soddisfarci, ma la partita ha uno spessore assai più vasto, un valore economico alto e un ancora più rilevante impatto politico, relativo al futuro del Paese. È già e sempre più diventerà un fattore di vantaggio competitivo.
Chi abiterà le zone povere di 5G, come reti o come capacità di sfruttarle, farà molta più fatica a generare ricchezza, per sé e per gli altri. Non solo questo non c’è, nel dibattito politico, ma quel che c’è dimostra che s’è capito nulla di quel che sarà.
L’ultimo Mobility Report di Ericsson segnala il primo sorpasso importante: fra aprile e giugno sono state attivate, nel mondo, 84 milioni di linee 5G, mentre le nuove 4G si sono fermate a 71 milioni. Ovviamente le dimensioni del mercato esistente restano diverse, con il 5G a 380 milioni di linee e il 4G a 4 miliardi e 800 milioni, equivalenti al 59% di tutti i contratti mobili.
Occhio: il 41% non 4G è soprattutto nel mondo povero, mentre i 380 milioni del 5G sono in quello ricco.
Il cammino è tracciato: chi è più avanti andrà sempre più avanti e restare indietro sarà sempre più costoso. Per capirlo non si deve credere che il salto tecnologico stia nelle telefonate, che sono il meno. Il 5G ha una portata tale da rivoluzionare la comunicazione e non disporne sarà, per un produttore, come non avere la linea dati per Internet, ovvero essere una nicchia o essere morto. E cambia tutto anche per i cittadini, perché quella roba rivoluzionerà gli ospedali, le scuole, gli uffici pubblici, i borghi (di cui siamo ricchi e spreconi), la gestione dell’energia, dei rifiuti…
Cambia molto, per non dire tutto. Ma si deve essere capaci di cambiare.
Ad esempio: il 5G ha una potenza enorme (anche se le antenne trasmettono a potenza inferiore, sicché mettete subito i No-5G assieme ai loro compari oscurantisti e superstiziosi degli altri No) ma anche particolarità e, per sfruttarla, si dovranno dotare abitazioni, uffici, scuole, ospedali di adeguata strumentazione. Roba da poco, ma necessaria.
Nel mentre si dovrebbero sveltire le pratiche per l’istallazione delle antenne, chi sta pensando a questo? Sulle reti siamo indietro (potete controllare su alcune mappe interattive). Sulla consapevolezza del cosa fare ancora di più, anzi si cominciano a vendere i telefoni predisposti al 5G senza neanche la rete attivata, come una specie di super telefoni, che è una super sciocchezza.
Per dire: adeguando le scuole si aprirebbe, finalmente, a una vera integrazione digitale della didattica, altro che quella roba paleolitica della Dad (didattica a distanza). Adeguando gli ospedali… e così via. E si risparmiano un sacco di soldi. Sì, si vedono anche i film e le partite, ma quelli si vedono (o no) anche ora.
Nelle reti 5G investono gli operatori di telecomunicazione. Ciascuno in concorrenza con gli altri e con i propri partner tecnologici. Bene la concorrenza e bene i diversi partner, ma dove è finita la discussione sui fornitori cinesi? Non che fosse molto assennata, ma la protezione dei dati è faccenda da regolatore pubblico, mica (solo) da operatore privato. Inoltre: mentre questo accade si spendono soldi del contribuente in una fantomatica ‘rete unica’?
Governi di diverso colore la volevano, nessuno ne è venuto a capo e rischia d’essere stupidissima dilapidazione in tecnologia defunta. Ci stiamo ancora provando?
Questa è un’occasione per recuperare d’un balzo non poche arretratezze, sia di connessione che di innovazione nei servizi.
Ma bisogna capirla e prepararla, altrimenti ci toccherà il ruolo di meri consumatori ludici, ovvero sempre più mentalmente consumati.


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