Vivono al Nord-Est, hanno la licenzia media, si informano sopratutto sui social. È questo l’identikit del no-vax secondo il sondaggio condotto da Ipsos che tratteggia le linee che accomunano i contrari a i vaccini, da non confondere con quelli che sono stati ribattezzati boh-vax ovvero gli incerti che non hanno una posizione così definita.
Coloro che si professano contrari a Green Pass e campagna vaccinale votano a destra e sono molti di più al Nord che al Sud. In tutto, insieme ai dubbiosi, fanno il 17% del totale della popolazione italiana, ma metterli insieme sarebbe ovviamente un errore perché esiste una enorme differenza fra coloro che sono scesi in piazza denunciando una presunta dittatura sanitaria e mostrando stelle di David – in un paragone inaccettabile con il nazi- smo e la Shoah – e il popolo degli indecisi. Va sottolineato come ci sia un 11% di persone che hanno una condizione economica elevata e che figurano fra le file dei no-vax, mentre per i boh-vax si scende al 4% con reddito alto e si risale al 16% se questo è invece basso. Da sottolineare, perché abbastanza sorprendente, è anche la fascia di età in cui si collocano coloro che sono contro la campagna vaccinale: le percentuali più alte non si rilevano fra gli over 60 (2,2 milioni dei quali non si sono però ancora immunizzati) ma fra coloro che hanno un’età compresa tra i 35 e i 49 anni, ovvero il cuore del mondo produttivo. Non a caso colossi come Google stanno introducendo la vaccinazione obbligatoria per chi si presenta in ufficio.
di Annalisa Grandi
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