
Proposta Zan, un inutile accapigliarsi
Proposta Zan, un inutile accapigliarsi
Proposta Zan, un inutile accapigliarsi
Sembrava fosse l’assoluta priorità, per settimane non si è discusso di altro. Invece la discussione sul ddl Zan in Senato potrebbe iniziare addirittura a novembre.
La conferenza dei capigruppo ha infatti deciso all’unanimità di farla slittare a dopo la pausa estiva, ma a ottobre ci saranno le elezioni amministrative e quindi è più che plausibile che si parta dopo. Tra l’altro, il disegno di legge approvato il 4 novembre 2020 alla Camera era già rimasto fermo per sei mesi in commissione Giustizia, e di fatto l’esame era cominciato a maggio. Con ulteriori stop, dopo le parole della Santa Sede che chiedeva di bloccare il testo, e a pioggia con le richieste di sospensiva e i partiti che si sono spaccati in una battaglia tra chi cercava di accelerare e chi invece annunciava che non lo avrebbe votato se non con delle modifiche.
Il risultato, appunto, è che si è ovunque sentito parlare e discutere di un ddl trasformato nella bandiera di una battaglia fra le forze politiche e che in realtà non era esattamente in cima alle priorità per quegli stessi che hanno riempito le televisioni e i giornali di interviste su una norma che a quanto pare neanche a loro interessava approvare così tanto in fretta. Tra l’altro nella riunione del 3 agosto, neanche da Pd, M5S e Leu ci sarebbe stata una richiesta di calendarizzazione ma soltanto quella di una riunione di maggioranza per trovare un’intesa su eventuali modifiche, che parte di quegli stessi partiti hanno già definito inaccettabili.
Risultato? Ci si pensa dopo l’estate.
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Tag: attualità


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