La notizia che Only Fans avrebbe vietato da ottobre tutti i contenuti pornografici ha scatenato il caos nel mondo dei sex workers e dei loro fan, tanto da costringere l’azienda a tornare sui suoi passi. La piattaforma – composta da 130 milioni di utenti che pagano abbonamenti mensili ai loro influencer preferiti per avere accesso a foto e video esclusivi – ha fondato la sua fortuna proprio sui contenuti hard, e in effetti appariva piuttosto ingenuo pensare che sarebbero bastati cantanti pop che postano foto vestite e due sportivi con i loro allenamenti a mantenere felice e attiva la base pagante.
Ma perché mai un social che è nato e ha prosperato proprio grazie ai contenuti per adulti aveva deciso di lasciar per strada chi ne aveva decretato la fortuna? Di mezzo c’erano sempre gli istituti di credito. Da quando Mastercard ha annunciato che avrebbe di fatto impedito ai propri clienti di acquistare contenuti pornografici su qualsiasi piattaforma, cominciando da Pornhub, il settore ha iniziato a tremare. E a tremare è stato anche Tim Stokely, il trentottenne imprenditore inglese a capo dell’azienda quotata due miliardi di dollari. Stockely, deciso ad attirare nuovi investitori, ha pensato di poter fare il salto lasciando la zavorra del porno che così poco piace alle lobby puritane d’oltreoceano ma ha decisamente fatto i conti senza l’oste. In pochi giorni, i suoi social sono stati presi d’assalto dagli utenti che hanno minacciato un esodo di massa verso altre piattaforme, al seguito delle loro influencer hard. Così, dopo un «Grazie per esservi fatti sentire», il sito ha annunciato il dietrofront parlando del suo impegno all’inclusione di tutti i creatori di contenuti digitali, cercando di far passare una scelta puramente commerciale per una sorta di ravvedimento morale al contrario, un’illuminazione mistica per soli adulti. Ma se per ora il peggio sembra scongiurato, c’è da scommettere che saranno in molti a disertare Only Fans nel prossimo futuro, in favore di piattaforme che mostrano una sincera convinzione politica nella monetizzazione etica dei contenuti sessualmente espliciti. Perché se è vero che la lotta alla pornografia si sta facendo da una parte sempre più aspra, dall’altra lo sdoganamento sociale di chi lavora col sesso è una realtà che non si può più ignorare. Con buona pace dei puritani.
di Maruska Albertazzi
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