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Una buona madre coraggio

C’è chi la ha ribattezzata «madre coraggio». Definizione poetica, ma che non rende giustizia alla donna di 55 anni che nel milanese ha denunciato ai carabinieri il figlio, responsabile di un incidente stradale.

Una buona madre coraggio

C’è chi la ha ribattezzata «madre coraggio». Definizione poetica, ma che non rende giustizia alla donna di 55 anni che nel milanese ha denunciato ai carabinieri il figlio, responsabile di un incidente stradale.

Una buona madre coraggio

C’è chi la ha ribattezzata «madre coraggio». Definizione poetica, ma che non rende giustizia alla donna di 55 anni che nel milanese ha denunciato ai carabinieri il figlio, responsabile di un incidente stradale.

C’è chi la ha ribattezzata «madre coraggio». Definizione poetica, ma che non rende giustizia alla donna di 55 anni che nel milanese ha denunciato ai carabinieri il figlio, responsabile di un incidente stradale.

Il 27enne fra sabato e domenica a Senago aveva compiuto un sorpasso ignorando la striscia continua e si era scontrato con un scooter che viaggiava in senso opposto.

A bordo del motorino due giovani, di 19 e 20 anni (al primo hanno dovuto purtroppo amputare una gamba). Il figlio della signora si era ovviamente accorto di tutto ma invece di fermarsi a prestare soccorso aveva premuto il piede sull’acceleratore ed era scappato. Una volta a casa però non era riuscito a mentire alla madre che, una volta compreso quanto avvenuto, aveva deciso di chiamare le forze dell’ordine e denunciarlo: ora è accusato di lesioni personali gravissime e omissione di soccorso.

Madre coraggio dunque, perché ha deciso di non chiudere gli occhi davanti alle colpe del figlio? Non dovrebbe essere così sempre per senso civico, per amor di giustizia ma anche di quello stesso figlio? Il gesto della signora ha consentito non solo di accertare le responsabilità di quanto avvenuto ma forse ha in qualche modo anche salvato lo stesso 27enne dalla sua stessa incoscienza.

Perché a quella fuga, istintiva e sbagliata, sarebbe poi seguito inevitabile un senso di colpa forse devastante. Quel coraggio è anche un regalo a quel figlio che grazie a lei quantomeno sarà costretto ad assumersi le proprie responsabilità.

  Di Annalisa Grandi

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