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Vuoto a perdere

Libertà e serietà. Proteste in tutta Italia contro il Green Pass

Vuoto a perdere

Libertà e serietà. Proteste in tutta Italia contro il Green Pass

Vuoto a perdere

Libertà e serietà. Proteste in tutta Italia contro il Green Pass

Libertà e serietà. Proteste in tutta Italia contro il Green Pass

Si aggira un fantasma fra vie, piazze e social d’Italia: il dibattito sulla libertà e sulla democrazia. La politica – come spesso capita da tempo – non c’entra, al massimo insegue. Protagonista è un’opposizione ideologizzata, confusionaria ma anche verbalmente violenta alla campagna vaccinale. L’apice, del tutto prevedibile, è stato raggiunto con il varo del cosiddetto ‘Green Pass all’italiana’ e le sue relative modalità. Per una composita frangia, molto urlatrice e poco pensante, il passaporto vaccinale costituirebbe la longa manus di un nascente totalitarismo sanitario. Una dittatura delle regole e degli obblighi. A vantaggio di chi o cosa non si sa, ma vuoi mettere la soddisfazione di dirlo… Non solo in Italia, se consideriamo le nascenti proteste in Francia, Regno Unito e altri Paesi. Chi strepita di attacco ai valori della Costituzione dovrebbe almeno porsi il problema di proporre una soluzione alternativa, ma per gli improvvisati paladini anti Green Pass basta urlare «Libertà, libertà!». È la stessa Italia – né di destra né di sinistra – persa pochi anni fa dietro a «Onestà, onestà!». Quel Paese che non propone ma accusa, e che non si fa scrupoli di mettere persino in campo simboli e terminologie mutuati dalle pagine più oscure della storia. Si può dissentire, avanzare critiche e dubbi ma quando si arriva ad appuntare al petto una stella di David, quando si paragona un banale strumento amministrativo all’eugenetica nazista, significa aver perso il contatto con la realtà e con le proprie sinapsi. È intollerabile agitare certe parole d’ordine e per il solo gusto di urlare l’ennesimo No. Anche chi presta i propri raffinati ragionamenti alla parte più becera della protesta farebbe bene a interrogarsi su dove possa portare un generico richiamo alla libertà dell’individuo, in dispregio di qualsiasi rispetto o tutela della libertà del prossimo. Così come sarebbe anche ora di finirla con l’abusata teoria del Grande Fratello dietro il Green Pass o le richieste di tracciamento. Chi ama urlare alla morte della privacy farebbe bene a riflettere sulle centinaia di volte in cui ha prestato il proprio consenso su moduli cartacei e online per accedere a servizi o fare acquisti. A tutto vantaggio di quegli stessi colossi digitali contro cui sarà pronto a scendere in piazza per un altro, ipocrita No. Se spaventa il tracciamento per contrastare la pandemia, dovremmo alzare almeno un po’ la voce per difendere la nostra vita, regalata con indifferenza a un algoritmo.   di Fulvio Giuliani

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