Esteri

In un tempo in cui proclamarsi europeisti va così di moda, se si vuole far si che la sovranità dell’unione sia tale è necessario affrontare alcune problematiche spinose.

Non è il tempo delle ipocrisie: l’Unione europea stabilisce 5 condizioni per discutere il riconoscimento del governo talebano.

I golpisti hanno rapito il presidente Alpha Condé e preso il potere dopo mesi di lotte interne.

L’inclusione della Cina (e anche della Russia) nel gran risiko della crisi afghana.

Sulle questioni che contano i tre principali contendenti esprimono solo slogan e nessun progetto. Silenzio sulla debolezza del sistema bancario.

La questione dell’oscurantismo dell’Emirato talebano e dei 38 milioni di profughi afghani. Molti di loro in fuga.

Draghi-Macron, la grande occasione

Nell’ultima risoluzione, l’Onu assicura che l’Afghanistan non diventerà un luogo di ritrovo per i terroristi. Ma gli attentati dell’ISIS-K cancellano inesorabilmente questa illusione: per questo il G20 diventa decisivo.

La scelta di ritirare le truppe era stata presa già da Trump, ma Biden ha commesso degli errori di forma e di sostanza. E proprio per questi rischia di non restare a lungo Presidente degli Stati Uniti.

I talebani tagliano i fili agli aquiloni mentre insegnano il terrore. Sta a noi occidentali non spegnere i colori nel cielo afgano.

Le “occidentali” lacrime di Biden sono segno di umanità. Ma la strategia non può essere schiava delle emozioni.

Le vicende afghane hanno dimostrato che senza una regia complessiva dell’Unione non c’è salvezza e il mondo diventa una giungla senza regole