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In Europa nessuno ce la farà da solo

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Secondo una serie di sondaggi in Gran Bretagna una maggioranza sempre più ampia di sudditi di sua maestà sarebbe favorevole a un forte riavvicinamento all’Unione europea

Gran Bretagna Unione europea

Non è una sorpresa, soprattutto per chi come noi ha sempre cercato di guardare oltre le emozioni superficiali, e non è neppure la prima volta. Anzi.

Secondo una serie di sondaggi pubblicati nelle ultime 36 ore in Gran Bretagna, una maggioranza sempre più ampia di sudditi di sua maestà sarebbe favorevole a un forte riavvicinamento all’Unione europea.

Nelle ultimissime rilevazioni, poi, il sentiment dell’opinione pubblica nel Regno Unito mostra di preferire nettamente l’Ue a Donald Trump.

Alla faccia delle storiche “relazioni speciali“, del notorio, fortissimo giubilo del presidente eletto per Brexit ai tempi del catastrofico referendum del 2016, dei peana per i rapporti bilaterali e così via.

Del resto, ormai solo un gruppetto di fanatici sulle due sponde della Manica insiste a raccontare una realtà che non esiste e a far finta che Brexit abbia portato anche solo una porzione di quei fantasmagorici vantaggi promessi dai suoi paladini prima e dopo il voto.

Di cialtronate ne abbiamo sentite un’infinità, sta di fatto che i cittadini della Gran Bretagna (diciamo pure inglesi, perché gli scozzesi sono sempre stati in ampia maggioranza contro Brexit) hanno semplicemente smesso di credere che sia stata una buona idea mollare i partner europei, per trovarsi troppo soli, troppo piccoli e troppo tutto per contare sul serio qualcosa.

E qui arriviamo a ciò che ci riguarda tutti, oltre le idee di ciascuno, le simpatie politiche e le frasi a effetto che non mancano su nessun fronte: gli ultimi, durissimi anni che abbiamo avuto in sorte di vivere hanno dimostrato oltre a ogni ragionevole dubbio che nessun Paese europeo – sottolineiamo, nessuno – da solo ha la forza economica, politica e militare per contare alcunché.

Possono anche starci tremendamente sulle scatole l’ideale unitario, la burocrazia di Bruxelles, i meccanismi talvolta bizantini della politica europea, ma un dato di fatto è incontrovertibile: se vogliamo essere qualcosa più di alleati sopportati dagli Stati Uniti in versione isolazionista di Donald Trump o i satelliti dei peggiori dittatori in giro per il mondo – apprezzati da un numero incredibilmente alto di persone nel vecchio continente – non resta che affidarsi a un’evoluzione forte e irreversibile dell’integrazione europea.

Ribadiamo il concetto: è di fatto irrilevante che ci piaccia o meno, resta l’unica soluzione possibile per chi non voglia consegnarsi a un ruolo sconfortante per la storia di grandi Paesi come la Francia, la Germania, la nostra Italia, la Spagna.

Certo, si può sempre scegliere di essere i futuri Orbán, ma tranne i sovranisti più macchiettistici o direttamente pagati da Mosca, l’hanno capito tutti che quello non è un futuro praticabile per nessun grande Paese o grande economia.

di Fulvio Giuliani

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