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Baschiria, in piazza contro Putin

La Baschiria preoccupa Putin

Nuovi tumulti nella Federazione Russa: a 1.200 chilometri da Mosca, i baschiri protestano per un sacro monte, impensierendo Putin 
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La Baschiria preoccupa Putin

Nuovi tumulti nella Federazione Russa: a 1.200 chilometri da Mosca, i baschiri protestano per un sacro monte, impensierendo Putin 
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La Baschiria preoccupa Putin

Nuovi tumulti nella Federazione Russa: a 1.200 chilometri da Mosca, i baschiri protestano per un sacro monte, impensierendo Putin 
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Nuovi tumulti nella Federazione Russa: a 1.200 chilometri da Mosca, i baschiri protestano per un sacro monte, impensierendo Putin 
Nuovi tumulti nella Federazione Russa. Non per la guerra, a cui russi hanno fatto abbondantemente il callo fra vittime e inflazione, ma per dei luoghi sacri. La Baschiria si trova nell’Oriente della sterminata geografia del Paese, distante ben 1.200 chilometri da Mosca. Come i loro vicini tatari della regione del Tatarstan, i baschiri sono un popolo d’origine turca e in prevalenza di religione musulmana. Allo stesso modo che per le altre regioni russe, anche qui gli abitanti sono abituati a finanziare – con pochi benefici – gli eccessi della Capitale, ma non a vedere lesa la loro identità. I baschiri reputano infatti sacre quattro colline, che chiamano shikhan: formate da barriere coralline preistoriche, sono rilievi ricchi di calcare pregiato. Un materiale ritenuto però indispensabile nientemeno che alla locale fabbrica di bevande gassate, la Bashkir Soda Company. Già una delle colline – Shakhtau – è sparita, divenuta un laghetto di acque inquinate. Così i baschiri nel 2020 hanno detto no alla distruzione di un altro luogo sacro per la loro cultura, lo shikhan Kushtau, fra l’altro al mero scopo di far bere ai moscoviti un po’ di bollicine. Dopo il successo delle manifestazioni, nei giorni scorsi (a tre anni di distanza) la polizia russa ha però arrestato il loro leader Fail Fättäh ulı Alsınov per «discorsi d’odio». Le proteste si sono quindi riaccese e, nonostante non siano dirette contro Putin, rappresentano un imprevisto che il suo regime non può sottovalutare.  Di Camillo Bosco La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

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