La penetrante influenza del Qatar
Il Qatar sta costruendo una rete d’influenza nel Mediterraneo che unisce energia, media e infrastrutture. E la Siria è diventata il simbolo di questa strategia
La penetrante influenza del Qatar
Il Qatar sta costruendo una rete d’influenza nel Mediterraneo che unisce energia, media e infrastrutture. E la Siria è diventata il simbolo di questa strategia
La penetrante influenza del Qatar
Il Qatar sta costruendo una rete d’influenza nel Mediterraneo che unisce energia, media e infrastrutture. E la Siria è diventata il simbolo di questa strategia
Il Qatar sta costruendo una rete d’influenza nel Mediterraneo che unisce energia, media e infrastrutture. La Siria è diventata il simbolo di questa strategia. A fine giugno il governo siriano ha firmato un accordo da 1,5 miliardi di dollari con la società qatariota al-Maha International, legata a Doha, per realizzare il progetto Damascus Gate: una città per la produzione cinematografica, mediatica e turistica su 2 milioni di metri quadrati, con oltre 4mila posti di lavoro fissi e quasi 9mila stagionali. Set in stile arabo-islamico, studi avanzati, polo di attrazione per registi e creativi. L’obiettivo è geopolitico: plasmare narrazioni, orientare percezioni, rafforzare consensi.
Ma il Qatar non si limita ai media
Ma il Qatar non si limita ai media. Ha finanziato Hamas, la Fratellanza Musulmana e altri gruppi armati. Al-Jazeera, emittente statale, è il braccio mediatico di questa strategia. Israele la accusa di amplificare la propaganda di Hamas e ha dimostrato la cooperazione diretta tra l’emittente e l’ala militare dei terroristi palestinesi, le Brigate al-Qassam. Per l’intelligence israeliana almeno sei giornalisti di Al-Jazeera attivi a Gaza erano anche membri operativi di Hamas o della Jihad Islamica: comandanti, addetti alle comunicazioni, persino tiratori scelti. L’emittente ha respinto le accuse. Non è un caso isolato: tra il 2013 e il 2015 in Egitto e nel 2011 in Israele, suoi reporter furono arrestati per legami con organizzazioni terroristiche.
Come ogni conflitto, anche quello israelo-palestinese si gioca sul fronte dell’informazione. Il “New York Times” ha scritto di una «guerra mondiale online», con Russia, Iran, Cina e Qatar impegnati in campagne coordinate di disinformazione contro Israele. L’Unione Europea la definisceManipolazione e Interferenza nelle Informazioni (Fimi). Emblematico il caso di Al-Jazeera quando diffuse un falso reportage su presunti stupri da parte di soldati israeliani all’ospedale al-Shifa. L’articolo fu rimosso e l’ex direttore ammise che era stato costruito ad arte.
E nemmeno il soft power qatariota non si ferma ai media
Il soft power qatariota non si ferma ai media. A maggio è stato siglato un accordo energetico tra Doha e Damasco, con il sostegno della Giordania e delle Nazioni Unite. Il Qatar fornirà gas naturale alla Siria attraverso l’Arab Gas Pipeline, migliorando la fornitura elettrica in zone devastate dalla guerra. La centrale di Deir Ali dovrebbe tornare a produrre fino a 400 megawatt al giorno. Anche la Turchia ha riattivato il gasdotto Kilis-Aleppo e valuta un collegamento con Idlib. Intanto la Banca mondiale e l’Ue hanno sbloccato fondi per sostenere questi interventi. Gli Stati Uniti hanno concesso una deroga alle sanzioni per permetterne la consegna.
Questo riassetto energetico riporta in primo piano scenari già noti. Nel 2016 Robert F. Kennedy Jr. ricordava su “Politico” come il conflitto siriano fosse iniziato dopo il rifiuto di al-Assad di autorizzare il passaggio di un gasdotto qatariota verso la Turchia, per non danneggiare gli interessi russi. Da quel momento, scriveva Kennedy, le pressioni si trasformarono in guerra aperta.
Il Qatar si ripresenta adesso come uno snodo centrale
Con l’Iran sotto torchio, la Russia isolata e l’Europa in cerca di alternative al gas russo, il Qatar si ripresenta adesso come uno snodo centrale. Investe in media, cultura, gasdotti e diplomazia. Secondo il Global Soft Power Index 2025 di Brand Finance (che valuta la capacità di uno Stato di influenzare senza usare la forza), il Qatar è salito al ventiduesimo posto nel mondo e al settimo in Asia. La Siria si prepara a diventare un’estensione operativa di Doha.
di Costantino Pistilli
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