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Nsf, sospesi i finanziamenti alle ricerche

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Il 30 aprile scorso i dipendenti della statunitense e pubblica National Science Foundation (Nsf) sono stati informati tramite un’e-mail interna della sospensione di tutti i finanziamenti alle ricerche

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Nsf, sospesi i finanziamenti alle ricerche

Il 30 aprile scorso i dipendenti della statunitense e pubblica National Science Foundation (Nsf) sono stati informati tramite un’e-mail interna della sospensione di tutti i finanziamenti alle ricerche

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Nsf, sospesi i finanziamenti alle ricerche

Il 30 aprile scorso i dipendenti della statunitense e pubblica National Science Foundation (Nsf) sono stati informati tramite un’e-mail interna della sospensione di tutti i finanziamenti alle ricerche

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Il 30 aprile scorso i dipendenti della statunitense e pubblica National Science Foundation (Nsf) sono stati informati tramite un’e-mail interna di sospendere «tutti i finanziamenti fino a nuovo avviso». La sospensione riguarda sia l’assegnazione di nuovi fondi per progetti di ricerca che l’erogazione di finanziamenti già previsti per i progetti in corso, compresi quelli che ricevono incrementi annuali. L’e-mail non ha spiegato i motivi della decisione, ma ha indicato che il congelamento durerà «fino a nuovo avviso». Non solo. Nelle settimane precedenti la leadership dell’agenzia ha introdotto una nuova politica che obbliga il personale a esaminare le proposte di finanziamento per verificarne «l’allineamento con le priorità dell’agenzia». Le proposte che non dovessero soddisfare questi criteri dovranno essere restituite ai ricercatori.

Sebbene questa politica non sia stata ufficialmente comunicata, è stata descritta in documenti interni visionati dalla rivista scientifica “Nature”. Un membro dello staff della Nsf ha definito questa situazione come un possibile «abuso di potere orwelliano», temendo che le modifiche possano avere effetti negativi sulla libertà di ricerca. Un altro ha commentato che si sta assistendo a un «massacro» del sistema di valutazione meritocratica costruito nel corso di decenni.

Nell’ultimo periodo l’agenzia ha annullato circa 1.040 sovvenzioni che avrebbero distribuito 739 milioni di dollari a ricercatori e istituzioni. All’esterno della Nsf molti ricercatori temono che queste difficoltà possano compromettere il progresso del loro lavoro. Colin Carlson, professore a Yale e specialista in emergenze sanitarie, guida un progetto che ha ricevuto una sovvenzione di 12,5 milioni di dollari per prevedere i virus che potrebbero rappresentare una minaccia pandemica. Sebbene il suo progetto abbia ricevuto l’ultimo finanziamento, Carlson è preoccupato per le tranche successive. Secondo il professore «se il congelamento non verrà revocato distruggerà i laboratori delle persone».

Come quello di tutte le agenzie federali statunitensi, il finanziamento della Nsf è determinato dal Congresso. Al momento l’agenzia ha ricevuto soltanto una frazione dei fondi che le sono stati assegnati per l’anno fiscale in corso (che terminerà il 30 settembre). Non è chiaro se la sospensione dei finanziamenti sia causata da una carenza di risorse economiche ma le preoccupazioni sono molte, dato che la Nsf rischia di affrontare tagli significativi.

Secondo quanto riportato da “Science”, l’amministrazione del presidente Donald Trump avrebbe intenzione di chiedere per l’anno fiscale 2026 un budget di 4 miliardi di dollari per la Nsf, dunque inferiore del 55% rispetto ai fondi stanziati lo scorso anno. Allo stesso modo i National Institutes of Health potrebbero subire un taglio del 44% nel loro budget. Questi possibili tagli sono preoccupanti, non soltanto per il futuro della scienza. Un rapporto degli economisti dell’American University ha stimato che una riduzione del 50% dei finanziamenti federali per la ricerca potrebbe ridurre il Pil degli Stati Uniti di circa il 7,6%.

Nel frattempo restano da spiegare anche le dimissioni del direttore della Nsf Sethuraman Panchanathan poco dopo l’avvio dei lavori del Doge, il Dipartimento di Elon Musk che si sta occupando dell’efficientamento (leggasi: tagli) anche nel settore della ricerca. Dall’elezione di Trump la comunità scientifica ha moltiplicato il numero di interventi contro l’atteggiamento del governo nei confronti della libertà di ricerca, sempre più condizionata dalle pressioni politiche dell’establishment americano. Forse siamo già di fronte alle conseguenze reali dell’invadenza disastrosa – e illiberale – della politica che la comunità scientifica denuncia da mesi.

di Riccardo Canaletti

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