Ucraina, pace e informazione sono distanti
“Pace” è la locuzione più distante dalla realtà che si possa trovare per esprimere com’è costretta a vivere l’Ucraina a causa della Federazione Russa, ma anche quella più difficile da intravedere all’orizzonte

Ucraina, pace e informazione sono distanti
“Pace” è la locuzione più distante dalla realtà che si possa trovare per esprimere com’è costretta a vivere l’Ucraina a causa della Federazione Russa, ma anche quella più difficile da intravedere all’orizzonte
Ucraina, pace e informazione sono distanti
“Pace” è la locuzione più distante dalla realtà che si possa trovare per esprimere com’è costretta a vivere l’Ucraina a causa della Federazione Russa, ma anche quella più difficile da intravedere all’orizzonte
Korosten’ – “Pace” è la locuzione più distante dalla realtà che si possa trovare per esprimere com’è costretta a vivere l’Ucraina a causa della Federazione Russa, ma anche quella più difficile da intravedere all’orizzonte.
L’aviazione russa ha nuovamente attaccato il settore civile ucraino bersagliando con particolare ferocia quello energetico con oltre 450 droni e 32 altri missili di vario tipo, mietendo decine d’altre vittime innocenti. La popolazione di Kyiv sulla riva sinistra del fiume Dnipro è rimasta senza elettricità e la maggior parte dei trasporti nella Capitale funziona con ampie modifiche. Le fiamme hanno avvolto diversi appartamenti d’un condominio di diciassette piani intrappolando una dozzina di persone. Anche un minimarket di Brovary è finito incendiato e in diverse aree l’approvvigionamento idrico è saltato.
A Zaporizhzhia un bambino di 7 anni è morto dopo l’ennesimo raid russo mirato a devastarne le infrastrutture civili e il passaggio sulla diga della centrale idroelettrica di Dnipro è stato chiuso. Diverse esplosioni sono state registrate anche nel Dnipropetrovsk, in particolare a Kamianka e nel distretto di Kryvyj Rih. A Cherkasy i russi hanno mirato intenzionalmente a un caseggiato di Kaniv ferendo brutalmente altri civili mentre a Kharkiv, Sumy e Poltava hanno aperto volutamente il fuoco contro decine d’altre villette e fabbricati urbani. Mentre scriviamo quest’articolo gli abitanti di molte di quelle regioni sono stati invitati a limitare temporaneamente il consumo di gas.
“Un attacco cinico e calcolato” della Russia contro l’Ucraina. Lo afferma Zelenskyj
«Un attacco cinico e calcolato» – come ha seccamente chiosato il presidente Zelenskyj – che ha avuto ripercussioni anche nelle oblast’ di Kirovohrad e Kherson, cioè nel complesso in metà Ucraina. Un attacco attentamente valutato che rientra nella logica del terrore a cui Mosca ha tanto abituato l’Occidente da non trovarne traccia su larga parte dei media. Oltre al nostro quotidiano dispaccio dal campo, l’unico articolo riguardante il fronte ucraino di questa guerra all’Occidente (in una rassegna stampa italiana monotematica circa la questione israeliana) ha infatti toccato un tema morto e sepolto da mesi, riguardante alcune munizioni malfunzionanti made in Ukraine e il solito refrain secondo cui l’Ucraina sarebbe «un Paese fallito, tenuto in piedi solo dalle iniezioni di armi e fondi europei». A metterlo in evidenza non è stato uno dei soliti megafoni della propaganda russa ma l’inserto settimanale d’uno dei quotidiani italiani più letti.
L’assenza pressoché totale della stampa italiana dal fronte ucraino
L’assenza pressoché totale della stampa italiana dal fronte ucraino s’è palesata ancora poche ore fa, quando è stata rilanciata l’ennesima agenzia russa riguardante il presunto danneggiamento da parte ucraina del condotto d’ammoniaca Togliatti-Odesa. Fake news bella e buona, mirata con la stessa precisione degli strike appena descritti ad accusare l’Ucraina di crimini ambientali e contro i civili.
Per capire che si trattava di spazzatura introdotta ad arte nello spazio informativo occidentale bastava esser qui: anzitutto la parte lineare del tratto in questione (cioè fra Rusnyj Yar e Yablunivka) si trova nei territori nella comunità d’Illinivka che i russi hanno prima raso al suolo e poi occupato, in cui peraltro non si trova alcun civile; tutt’altro che secondariamente, il trasporto d’ammoniaca in quel tratto è interrotto da almeno 11 anni.
Il fumo bianco che si vede nel video pubblicato dal Ministero della Difesa russo può indicare una perdita di residui d’ammoniaca
Come conferma anche l’Amministrazione militare regionale di Donetsk, il fumo bianco che s’osserva nel video pubblicato dal Ministero della Difesa russo può indicare una perdita di residui d’ammoniaca rimasti in pressione dal 2014 ma al di là dell’odore sgradevole, che s’avverte anche a Druzhkivka, non c’è alcun pericolo per la vita delle persone.
Eppure, anche quella fake news è diventata ‘notizia’, mentre nessuno ha scritto del bombardamento che han fatto davvero gli ucraini contro uno dei più grandi impianti di lavorazione del gas della Federazione Russa: il gasdotto Korobkovskij e in particolare la stazione di controllo lineare e produttiva Lvd “Efimovka” nella regione di Volgograd. Parliamo d’un impianto dalla capacità produttiva di 450 milioni di m³ di gas naturale e associati e di 186mila tonnellate di frazioni leggere d’idrocarburi annui.
Gas e derivati per 50 milioni di tonnellate all’anno non trovano spazio neanche in un trafiletto, mentre una perdita di gas in un condotto chiuso da oltre un decennio che si trova in piena linea di tiro viene descritta come un disastro ambientale che potrebbe danneggiare chi quello scontro a fuoco l’ha provocato e un ecodidio l’ha davvero intenzionalmente causato.
di Alla Perdei e Giorgio Provinciali
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