Usa, i legali del bimbo leucemico detenuto chiamano in causa il braccio destro di Trump
I legali del bimbo leucemico arrestato negli Usa e detenuto nel centro di espulsione per immigrati, contro il braccio destro di Donald Trump, Kristi Noem
Usa, i legali del bimbo leucemico detenuto chiamano in causa il braccio destro di Trump
I legali del bimbo leucemico arrestato negli Usa e detenuto nel centro di espulsione per immigrati, contro il braccio destro di Donald Trump, Kristi Noem
Usa, i legali del bimbo leucemico detenuto chiamano in causa il braccio destro di Trump
I legali del bimbo leucemico arrestato negli Usa e detenuto nel centro di espulsione per immigrati, contro il braccio destro di Donald Trump, Kristi Noem
I legali del bimbo leucemico arrestato negli Usa e detenuto nel centro di espulsione per immigrati, chiamano in causa il braccio destro di Donald Trump, Kristi Noem, segretario della Sicurezza interna degli Stati Uniti d’America e Pamela Bondi, procuratrice generale degli States. Violato il quinto emendamento e l’habeas corpus.
Mentre il presidente Donald Trump si affretta ad inaugurare Alligator Alcatraz, il nuovo carcere realizzato in Florida per accogliere fino a 5.000 migranti illegali, costruito nel cuore delle Everglades, con foreste di mangrovie e imponenti paludi con decine di migliaia di alligatori, non si placa in America lo sdegno, la protesta e il risentimento popolare per l’arresto di un bambino, N. M.Z. dell’Honduras, di 6 anni affetto da leucemia linfatica acuta, rinchiuso dal 29 maggio, insieme alla sorellina di 9 anni e alla madre, nel centro di detenzione per immigrati a Dilley, in Texas, in attesa di un’espulsione accelerata.
La sua famiglia, arrivata legalmente durante l’amministrazione Biden, che consentiva di presentare regolare domanda di asilo, è stata prelevata a forza dagli agenti di polizia, dopo essersi presentata all’udienza presso il tribunale dell’ immigrazione a Los Angeles per la convalida dello status di rifugiato portando tutti i documenti necessari.
Valse a nulla anche la cartella clinica che attesta il tumore al sangue del bambino, i due anni di chemioterapia effettuati e il costante monitoraggio oncologico a cui deve esser sottoposto il bimbo, insieme alla lettera del professore, Pran Saha, del dipartimento di Pediatria dell’università del Columbia Vagelos di New York.
Il tribunale ha liquidato il caso, dopo 11 ore di attesa, con i legali lasciati fuori dall’edificio governativo, senza nemmeno ascoltare la famiglia con un’archiviazione e un decreto di espulsione accelerato, oltre al trasferimento nel centro di detenzione per immigrati illegali, dalla California al Texas. Cercavano solo sicurezza e cure migliori. Ammessi negli Stati Uniti, rilasciati sulla parola in modo da poter rimanere nel Paese per tutta la durata del loro caso, e il governo invece ha deciso che dovevano essere detenuti e espulsi.
Nelle strade di molte città americane si sono moltiplicati i fermi, i controlli a tappeto casa per casa e gli arresti di massa considerati arbitrari e illegittimi. Alcuni trovano rifugio nelle chiese. Per questo l’app Iceblock, è in cima alle classifiche gratuite di apple negli Stati Uniti. E’ la terza app più scaricata e consente di segnalare in anonimato la posizione degli agenti investigativi federali dell’immigrazione.
La Ragione, ha visionato i documenti del bimbo e le 60 pagine di ricorso urgente dei legali alla corte federale di Sant’ Antonio, in Texas, che accusano senza mezze parole alti funzionari della Casa Bianca, puntando il dito direttamente al braccio destro di Donald Trump, Kristi Noem, detta «la mastina», segretario della Sicurezza interna degli Stati Uniti d’America insieme a Pamela Bondi, procuratrice generale degli States. Scesi in campo per tutelare la famiglia honduregna, un team di quattro noti avvocati, oltre all’ausilio di tre associazioni onlus, fortissime negli States, impegnate per la tutela dei diritti umani, tra queste il Texas Civil Rights Project. Violati: il quinto emendamento della Costituzione, uno dei pilastri sacri della tutela dei diritti individuali degli Usa, e l’habeas corpus, ovvero la disposizione costituzionale che protegge dalla detenzione illegale, dalle condizioni di reclusione disumane e privazioni arbitrarie dei diritti.
Il presidente degli Stati Uniti d’America sta valutando proprio la sospensione dell’habeas corpus, pensando che la civiltà giuridica sia uno strumento da reinterpretare per rafforzare il potere esecutivo, in nome di «ordine», «sicurezza» e «America first».
Nella petizione di diritto, anche contro il dipartimento di Giustizia, i legali scrivono che la salute del bimbo di sei anni «è a rischio se rimane detenuto per un periodo di tempo significativo. A N.M.Z. è stata diagnosticata la leucemia all’età di tre anni ed è stato sottoposto a forti dosi di chemioterapia per due anni consecutivi, ora ha bisogno di controlli regolari con un medico specialista per confermare la remissione totale della leucemia linfatica acuta».
Per questo motivo, spiegano, la madre aveva fissato gli appuntamenti con l’oncologo, uno ogni mese. Ma il 5 giugno scorso il tribunale per l’immigrazione di Los Angeles ha impedito al bimbo di presentarsi al suo appuntamento arrestando lui e la sua famiglia. Inoltre, negli atti del team di legali che accusano senza giri di parole il segretario della Sicurezza interna, «alla vista della pistola dei poliziotti, il bambino, ha avuto paura, facendosi la pipì addosso e senza alcuna sensibilità è stato prelevato a forza con i vestiti ancora bagnati e imbarcato in un aereo, insieme alla sorella di nove anni e alla madre e ad altri migranti per il centro di detenzione più grande degli Stati Uniti d’America a oltre 650 chilometri dalla loro abitazione, in violazione della tutela dei diritti alla persona e della propria libertà».
La famiglia infatti viveva con la nonna dei bambini a Los Angeles, dove frequentavano la scuola e la chiesa e parlavano perfettamente l’inglese. Nel ricorso legale si fa anche riferimento alle condizioni fisiche del bambino che da «quando è stato detenuto, ha manifestato sintomi che potrebbero indicare una recrudescenza della leucemia, tra cui pallore, facilità alla formazione di lividi, dovuta probabilmente alla diminuzione di piastrine, dolori ossei e perdita di appetito». Inoltre «il centro di detenzione in cui è trattenuto N.M.Z. non ha una competenza specialistica di ematologia e di pediatria oncologica oltre ad essere noto per fornire scarse cure mediche ai bambini».
Il team di avvocati, titolari di cattedra di diritto delle prestigiose università americane, cita anche un corposo documento dell’American Academy of Pediatrics che ha pubblicato un testo scientifico ma di indirizzo politico per i tribunali dell’immigrazione, nel 2017, ribadito poi nel 2022, condannando il ricorso del governo alla detenzione per i bambini immigrati accompagnati dai genitori. L’AAP, si legge nella petizione di diritto, «ha stabilito che i bambini in custodia dei genitori non dovrebbero mai essere detenuti, né dovrebbero essere separati da un genitore, a meno che non venga stabilito da un tribunale della famiglia competente, non quello dell’ immigrazione. In ogni decisione sui bambini, i tribunali governativi dovrebbero dare priorità al superiore interesse del bambino».
In conclusione «la famiglia non ha precedenti penali, non rappresenta un rischio di fuga né un pericolo per la comunità e la detenzione viola il loro interesse sostanziale alla libertà, poiché la libertà è la norma, e la detenzione prima del processo o senza processo è l’eccezione attentamente limitata. Il governo può incarcerare le persone come misura preventiva solo entro limiti rigorosi» e sul caso del bimbo malato, «ha bisogno di cure specialistiche urgenti e la detenzione, ingiustificata. Di conseguenza, la famiglia è trattenuta illegalmente in violazione di habeas corpus e del suo diritto costituzionale al giusto processo ai sensi del Quinto Emendamento e dovrebbe essere rilasciata immediatamente».
Di Anna Germoni
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