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Contro la cultura dell’abuso

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Contro la cultura dell’abuso

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Contro la cultura dell’abuso

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Sono pensieri oscuri, schegge di ciò che ferisce il nostro bisogno di essere civili: l’illusione di un mondo diverso, negata dalle immagini della prevaricazione. È lo sconvolgimento che genera la violenza. Sempre. Non esiste assuefazione per chi crede nella civiltà. Pensiero oscuro è quello di uomini che, con l’ottusa convinzione del diritto a possedere, annientano la vita di donne che si sono confuse sino a credere che potesse essere amore. Ciò che colpisce non è solo che ciò accada ma che ogni volta che avviene ci sia spazio per stupirsi. Non dobbiamo stupirci, ma reagire; capire che certi gesti non sono prodotto dell’istinto né retaggio di tempi oscuri: la violenza è barbarie, parte del modo di essere degli uomini, che solo l’educazione può contenere.

L’uomo che concepisce di poter ricorrere alla forza, per ottenere ciò che desidera, è un essere irrisolto che non ha ricevuto adeguati strumenti culturali per andare oltre l’arroganza.

Certo, tutto questo è teoricamente condivisibile; purtroppo ciò che non è assolutamente sopportabile è quanto quotidianamente avviene: il numero delle donne vittime di omicidio nell’arco di un anno è emblematico di un orrore continuo, che deve essere fermato. Gli strumenti che il legislatore ha messo a disposizione, per tentare di arginare questa impressionante tragedia, sono tendenzialmente adeguati; ciò che occorre rafforzare è il contrasto alla cultura dell’abuso. Necessita formare coloro che devono utilizzare istituti che, altrimenti, sono solo orpelli formali; preparare il personale a capire che nulla di quanto può essere previsto in negativo è improbabile; facilitare l’accesso ai canali di soccorso; segnalare sin dalle fasi iniziali la situazione perché sia costantemente monitorata e perché non esistano pause di solitudine per le vittime. Soprattutto non omettere mai di ascoltare; non trattare con approssimazione narrazioni che paiono incerte, inverosimili: chi si accosta per avere aiuto spesso è condizionato da paure delle quali non è agevole percepire la profondità, da ansie e incertezze indotte da errati condizionamenti ambientali, da anni di sottomissione a regole ancestrali. La violenza contro la donna è un indice di inciviltà.   Di Cesare Cicorella

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