È opportuno partire dalle parole del presidente del Consiglio pronunciate in Parlamento in vista del Consiglio europeo di oggi e domani. Il capo del governo ha sottolineato come sia necessario affidarsi, ora più che mai, alla campagna vaccinale per «restare aperti». Draghi, insomma, non si è nascosto e ha fatto balenare la possibilità di ricorrere a misure più drastiche che ritenevamo ormai archiviate. È una extrema ratio non dichiarata, per il momento, ma è tornata a far capolino. A 9 giorni dal Natale, non sfuggirà ormai più a nessuno quale sia la strategia scelta dal governo, fra ‘quarta ondata’ e variante Omicron.
Una progressiva serie di strette, dal Super Green Pass alla proroga dello stato d’emergenza, sino ai provvedimenti in ingresso anche per chi giunga da Paesi dell’Ue. L’obiettivo è evidente: non sprecare lo straordinario risultato della campagna vaccinale, spingendo ora a più non posso sulle terze dosi. Per l’esecutivo e le autorità sanitarie, l’unica arma a nostra disposizione per scavallare senza troppi danni l’inverno. Una stretta oggettiva e non indolore, con ricadute economiche nei settori della ristorazione e del turismo, ma sempre preferibile ad altre soluzioni.
Quello che si legge tra le parole di Draghi è un richiamo a riflettere su ciò che ci siamo risparmiati grazie alla stratosferica percentuale di vaccini raggiunta. Dovremo sapere vivere con attenzione il Natale, ma basterebbe ripensare alle feste 2020 per capire quanta strada si è fatta e l’esigenza di difenderla a tutti i costi.
Di Marco Sallustro
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