Yoshinori Sakai era un perfetto sconosciuto, ma nessuno si sorprese più di tanto. La scelta dell’ultimo tedoforo per l’accensione del tripode olimpico era spesso caduta su personaggi senza un particolare curriculum di vittorie sportive e così era accaduto anche nel 1964 per i Giochi di Tokyo.
A Melbourne, nel 1956, avevano avuto una bella idea gli australiani, affidando il privilegio a un ragazzo di 19 anni cui i genitori avevano imposto di rinunciare alle Olimpiadi per non compromettere gli studi. Nessuno lo conosceva, ma gli australiani giuravano che Ron Clarke, questo il suo nome, avrebbe presto riscritto la storia del mezzofondo alle Olimpiadi.
I fatti diedero loro ragione, ma solo a metà. Il ragazzo sarebbe entrato nella leggenda dell’atletica demolendo ogni primato sulle lunghe distanze, fallendo però sempre l’oro ai Giochi.
Il segno del destino avverso fu proprio quel giorno a Melbourne: un ritorno di fiamma al momento dell’accensione del tripode gli procurò una leggera ustione a una mano.
Rovescio della medaglia, non olimpica ma della storia: portato al centro medico, fu curato da una giovane infermiera. Lo sguardo ricambiato degli occhi bastò a Ron per capire che aveva trovato la futura moglie.
Tutto questo gli spettatori presenti allo Stadio Olimpico di Tokyo, il 10 ottobre 1964, non potevano saperlo.
E nessuno, fra i giornalisti presenti e chi assisteva in tv alla cerimonia inaugurale della diciottesima Olimpiade moderna, si fece troppe domande su quel ragazzo che attraversava la pista per avvicinare i gradini che lo avrebbero portato, dopo una lunga salita, ad accendere il braciere con il sacro fuoco prodotto sul Monte Olimpo.
Solo gli esperti, o i più curiosi, sapevano che Yoshinori Sakai era un diciannovenne, discreto quattrocentista della Waseda University, con ottimi voti accademici ma dei risultati sportivi che difficilmente lo avrebbero portato alle Olimpiadi.
E infatti non sarebbe mai accaduto.
Per prepararlo all’evento gli era stato affidato un allenatore d’eccezione, Teruji Kogake, ex primatista del mondo di salto triplo. I giapponesi non volevano lasciare nulla al caso in quell’Olimpiade che avrebbero dovuto ospitare 24 anni prima, quando la Seconda guerra mondiale impedì lo svolgersi dell’evento.
Niente altro si sapeva di Yoshinori Sakai. Ma i giapponesi, che non volevano lasciare nulla al caso, di lui conoscevano due particolari in più: il luogo e la data di nascita di quell’ultimo tedoforo.
Hiroshima, il 6 agosto 1945. Non ci fu più bisogno di alcuna spiegazione.
di Nicola Roggero
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