Dopo una lunga malattia si è spenta oggi l’amatissima soubrette celebre in tutto il mondo. In eredità ci lascia un patrimonio artistico vastissimo e un grande vuoto con cui fare i conti.
“Raffaella ci ha lasciati. È andata in un mondo migliore, dove la sua umanità, la sua inconfondibile risata e il suo straordinario talento risplenderanno per sempre”.
Con queste parole, Sergio Japino, suo storico ex compagno di vita come nel lavoro, ha dato il triste annuncio, unendosi al dolore dei nipoti, degli amici di sempre e dei collaboratori più stretti.
Raffaella Carrà si è spenta alle ore 16.20 di oggi, dopo una lunga malattia che ha intaccato il suo esile corpo ma non la sua forza che fino all’ultimo non l’ha mai abbandonata, facendo sì che nulla trapelasse della sua profonda sofferenza.
L’Italia e il mondo intero piangono una delle ultime icone dello star system, rivoluzionaria negli spettacoli (teatrali, televisivi, cinematografici), nei costumi e, non da meno, da sempre paladina delle battaglie per i diritti di tutte le persone.
Showgirl, cantante, ballerina, attrice, conduttrice televisiva, radiofonica e autrice televisiva. Raffaella era una forza della natura inarrestabile, tanto da essere definita la regina della musica e della televisione italiana, grazie alla sua presenza nei palinsesti televisivi dalla fine degli anni ’60, dove riscontrò grandi consensi anche all’estero.
Nata a Bologna il 18 giugno 1943, dopo il debutto in televisione in “Tempo di danza” nel 1961 al fianco di Lelio Luttazzi e nella commedia musicale “Scaramouche”, nel 1970 approdò a Canzonissima, divenendo nota al grande pubblico.
Fu così che partì l’ascesa della Carrà come prima showgirl del piccolo schermo in bianco e nero. Indimenticabile il successo delle sue trasmissioni più note: “Canzonissima” (1970), “Fantastico 12” (1979), “Pronto, Raffaella” (1984), “Domenica in” (1986), “Carramba! Che sorpresa” (1995) e tantissime altre. Nel 2013 tornò sul piccolo schermo come coach del talent show “The Voice of Italy”, mentre del 2019 è il suo ultimo programma “A raccontare comincia tu” su Raitre.
Tra i suoi successi musicali celebri ricordiamo “Ma che musica maestro” (1970), “Tuca tuca sì” (1971), “Rumore” (1974), “Fiesta” (1977), “Tanti auguri” (1978).
Mai banale, poliglotta, innovativa, icona gay, Raffaella Carrà è sempre stata amatissima, una delle poche capace di mettere tutti d’accordo grazie a un talento indiscusso e fuori dal comune.
Di Alessia Luceri
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