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Ultime impressioni prima delle conclusioni

Ultimo giorno del Festival di Sanremo: alcune considerazioni tra vincitori, delusioni e rimandati, prima che si chiuda il sipario. In attesa della finalissima di stasera.
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Ultimo giorno del Festival di Sanremo: alcune considerazioni tra vincitori, delusioni e rimandati, prima che si chiuda il sipario. In attesa della finalissima di stasera.
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Ultimo giorno del Festival di Sanremo: alcune considerazioni tra vincitori, delusioni e rimandati, prima che si chiuda il sipario. In attesa della finalissima di stasera.
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Ultimo giorno del Festival di Sanremo: alcune considerazioni tra vincitori, delusioni e rimandati, prima che si chiuda il sipario. In attesa della finalissima di stasera.
Sanremo, stasera si chiude. Se non accadranno sconquassi dell’ultim’ora la vittoria se la giocano in tre: Elisa, Mamhood-Blanco e Gianni Morandi. Elisa, tornata in gara all’Ariston dopo 21 anni, ha portato “O forse sei tu”, una canzone che non ci ha convinto appieno. La cantante ha sfondato sui social ma in noi ha suscitato qualche perplessità. Di Morandi e del suo “Apri tutte le porte”, inno all’ottimismo scritto da Jovanotti, ci ha colpito la distonia tra l’età anagrafica del personaggio e il giovanilismo del pezzo. Una volta Lucio Dalla dichiarò: Morandi è il miglior cantante italiano. E nella seconda uscita l’ha dimostrato. Pezzo accattivante e interpretazione ‘alla Morandi’: rasentata la perfezione. Mahmood-Blanco il loro Festival l’hanno comunque stravinto. Il giorno dopo la prima serata, sono stati premiati da quasi 3 milioni e 400mila visualizzazioni in stream, quinto posto nella classifica globale di Spotify e primo in quelle di tutte le piattaforme digitali. Sin dalla prima serata hanno mostrato il segno distintivo di una forte personalità interpretativa. Una spanna e forse più sopra gli altri. Massimo Ranieri va annoverato tra le delusioni. E ci dispiace, perché stiamo parlando di un interprete classico e straordinario della nostra canzone. “Di là dal mare” è un pezzo intenso, profondo. L’interpretazione di Ranieri è stata penalizzata la prima sera da un’inopinata stonatura e nella seconda uscita dalla cattiva resa dell’impianto microfonico. Comunque mette in mostra una risorsa di valore della musica italiana. Si tratta dell’autore Fabio Ilacqua che scrive con toni poetici, senza iperboli e banalità romantiche. Iva Zanicchi ha sfoderato gli artigli, forse eccedendo un po’ con “Voglio amarti”, ma la sua carica non si discute. Con “Tantissimo” sono tornate anche Le Vibrazioni, il gruppo di Francesco Sarcina del quale – più che questo pezzo – ricorderemo il doveroso omaggio al compianto batterista dei Pooh Stefano D’Orazio. La “Domenica” di Achille Lauro ci è piaciuta perché il ragazzo sa mostrare di saper sfruttare le proprie doti interpretative senza andare oltre i propri limiti musicali. E poi quel coro gospel è perfetto per far vibrare le corde del cuore. Interessante Giovanni Truppi, di cui l’immaginario collettivo ricorderà l’eccentricità della canotta scura. Eppure la sua “Tuo padre, mia madre, Lucia” è una canzone in stile cantautore classico, insomma lo rimandiamo perché qualcosa c’é. Michele Bravi, Fabrizio Moro, Emma, Noemi, Giusi Ferreri vanno annoverati tra gli insufficienti, anche se con criteri che andrebbero settati su piani di giudizio diversi. Fuori gara, i Maneskin hanno mostrato, se ce ne fosse stato bisogno, che sono un gruppo davvero tosto, di caratura internazionale, intelligenti nel saper rileggere il rock classico e nel saper dosare le caratteristiche della propria immagine. Il finale di “Coraline”, con i tre che si affiancano a Damiano senza suonare, è stata un’immagine di forte impatto. Cremonini ha raccontato una vita in musica come se fosse stato in uno stadio: trascinante e coinvolgente, davvero un’esibizione da grande professionista che ama citare la scuola di Lucio Dalla e la leggerezza intelligente dei Lunapop. Infine, tra i supervincitori, annoveriamo l’orchestra e il coro. Mai un errore, mai una sbavatura nelle armonizzazioni vocali: un esempio di professionalità inappuntabile. di Fabio Santini 

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