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L’Afghanistan e la credibilità dell’Occidente

L’avanzata dei talebani per la riconquista dell’Afghanistan. L’Occidente dimentica la popolazione civile.

L’Afghanistan e la credibilità dell’Occidente

L’avanzata dei talebani per la riconquista dell’Afghanistan. L’Occidente dimentica la popolazione civile.

L’Afghanistan e la credibilità dell’Occidente

L’avanzata dei talebani per la riconquista dell’Afghanistan. L’Occidente dimentica la popolazione civile.
L’avanzata dei talebani per la riconquista dell’Afghanistan. L’Occidente dimentica la popolazione civile.
I talebani stanno riconquistando l’Afghanistan. In pochi giorni, dopo il ritiro delle truppe internazionali sotto la guida Nato (avvenuto nelle scorse settimane e in corso di completamento) importanti città sono state riconquistate dai militanti talebani che continuano ad avanzare. Tra le ultime cadute c’è Kunduz, porta di accesso alle province ricche del Nord. Questo ciò che sta accadendo dal punto di vista militare. Poi c’è l’aspetto civile, anzi dei civili, che non può essere taciuto. Con il ritiro, senza aver preparato un piano b e senza aver stipulato accordi chiari, precisi e vincolanti per salvaguardare la popolazione non talebana, l’Occidente – a cominciare dagli Stati Uniti, ma noi compresi – non fauna gran figura. Uomini, donne e bambini oggi rischiano infatti di ripiombare in un Medioevo da cui, con coraggio, cercavano di uscire mentre l’Occidente gli ha di fatto voltato le spalle realizzando il peggior spot possibile per sé stesso. C’è poi un dramma nel dramma, quello degli interpreti che hanno lavorato con le truppe Nato dei vari Paesi e per i quali una talebanizzazione dell’Afghanistan significherebbe la morte. La prossima volta, quando ci sarà da intervenire in un’area del mondo, per salvaguardare i diritti e le popolazioni a rischio, con quale credibilità l’Occidente potrà farlo? Scarsissima. Non gli crederà più nessuno e l’Afghanistan sarà l’esempio che porteranno. Quello di un ritiro senza tutele delle retrovie e mollando il lavoro fatto. Nel peggiore dei modi possibili.   di Massimiliano Lenzi

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