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Politica versus popolarità

La forza delle Rete, dove prevale chi buca in pochi secondi e non chi approfondisce, influisce sui percorsi decisionali nel mondo della post democrazia

Politica versus popolarità

La forza delle Rete, dove prevale chi buca in pochi secondi e non chi approfondisce, influisce sui percorsi decisionali nel mondo della post democrazia

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La forza delle Rete, dove prevale chi buca in pochi secondi e non chi approfondisce, influisce sui percorsi decisionali nel mondo della post democrazia

La forza delle Rete, dove prevale chi buca in pochi secondi e non chi approfondisce, influisce sui percorsi decisionali nel mondo della post democrazia

Un ragazzo su Internet a chi crede? A un autorevole medico o a una ragazzina che ha milioni di like? Tradizionalmente abbiamo pensato che il consenso e la popolarità passassero dalla autorevolezza delle opinioni. Abbiamo creduto che una opinione valesse di più semplicemente perché sostenuta e spiegata da Umberto Eco o da Sergio Mattarella. Invece, nel mondo dei social la gerarchia dei valori si sta del tutto capovolgendo. Inevitabilmente. È di questi giorni la storia di una ragazza americana, Heather Dunn, che su TikTok si sbianca i denti con una pastiglia di detergente per pavimenti. Un video che in poche ore ha raggiunto 2,5 milioni di visualizzazioni e 250mila “mi piace”. Un successo virale. In realtà si tratta di una pratica pericolosissima e alcuni medici hanno cercato di lanciare dei propri video per spiegarlo, ma hanno raggiunto poche decine di visualizzazioni e pochissimi like. È intervenuta anche l’azienda che produce la pasticca, per chiarire che contiene formaldeide, sostanza pericolosissima da ingerire. Ma i più hanno continuato a credere a Heater. La quale ha continuato a raccogliere consensi fino a quando TikTok non ha deciso di rimuovere il suo video. La forza delle Rete, dove prevale chi buca in 50 secondi e non chi approfondisce, non è soltanto un semplice problema di consenso e popolarità. È un problema di come si prendono le decisioni nel mondo della post democrazia. Per secoli abbiamo riflettuto su come la tecnica dovesse incidere sulle scelte della politica. Basta ricordare Platone, che nel “Politico” si interrogava su come la techne dovesse interagire nella decisione politica. Il filosofo ateniese, cercando di capire quale fosse il modo migliore di scegliere e decidere, osservava che «la politica, in quanto techne, dovrà articolare le varie technai a essa congeneri in modo che ognuna occupi il posto che le compete, così che esse possano muoversi all’ unisono e generare quello che potrebbe definirsi un kosmos politico dove le diverse arti si riuniscono in un’unità». Questo modello ha funzionato fino a una quarantina di anni orsono. Poi la televisione e ora i social network hanno iniziato a capovolgere completamente i percorsi decisionali. Non è più la tecnica a influenzare la politica, ma il consenso e la popolarità sui social network a rimescolare tutto. Lo abbiamo visto con i battibecchi fra Salvini e Fedez e fra Matteo Renzi e Chiara Ferragni sul ddl Zan. Con lo scetticismo verso i governi ‘tecnici’. Con la politica che cerca di copiare i metodi della Rete, perdendo capacità di approfondire e autorevolezza. E ce lo conferma la storia della pastiglia per sbiancare i denti. Tecnica e politica sempre di più avranno bisogno della popolarità sui social per decidere. Ma alla fine prevarranno i tecnici, i politici o gli influencer?   di Alfonso Celotto

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