La classe operaia va a Oxford
Il sistema universitario anglosassone che combatte i privilegi. Un’invidiabile e riproducibile esempio di meritocrazia.
La classe operaia va a Oxford
Il sistema universitario anglosassone che combatte i privilegi. Un’invidiabile e riproducibile esempio di meritocrazia.
La classe operaia va a Oxford
Il sistema universitario anglosassone che combatte i privilegi. Un’invidiabile e riproducibile esempio di meritocrazia.
Il sistema universitario anglosassone che combatte i privilegi. Un’invidiabile e riproducibile esempio di meritocrazia.
È il secondo anno che capita e ha un significato universale, che dovremmo emulare: una scuola pubblica dei sobborghi di Londra è riuscita a qualificare per le università prestigiose, Oxford e Cambridge in testa, più studenti di quanti non ne abbia piazzato la blasonatissima, privata e costosa Eton.
Nel sistema anglosassone l’esame che conta non è quello in uscita dalla scuola ma quello d’ingresso all’università e le domande d’iscrizione tengono conto dei voti ricevuti precedentemente così come della preparazione di ciascuno.
Da quelle parti le università non sono tutte uguali: non esistendo il totem anacronistico del valore legale del titolo di studio, si distinguono fra loro per prestigio e garanzia sulla cultura e sulle capacità dei laureati che sfornano. Entrare in quelle più prestigiose è come comprare un biglietto vincente della lotteria.
Naturalmente si deve poi studiare e guadagnarsi il titolo, ma una volta conseguito si sale ai piani alti del mondo del lavoro e delle professioni. Un tempo provenire da studi prestigiosi era una garanzia in sé ma, all’evidenza, la meritocrazia fa giustizia del privilegio. In questo modo l’ascensore sociale funziona, a tutto vantaggio della collettività.
Il nostro sistema educativo ha punti d’eccellenza che vanno valorizzati, ma la selezione e la meritocrazia anglosassoni restano una invidiabile (e riproducibile) caratteristica.
Galvanizza non poco sapere che si può usarla anche partendo da posizioni svantaggiate e grazie a insegnanti che ci mettono la testa e il cuore.
di Vittorio Pezzuto
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Tag: università
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