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La trap, tra passato e futuro. Parla Side Baby

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Quando si parla di artisti che hanno lasciato il segno nella trap in Italia, è impossibile non citare Side Baby. Le sue parole

Side Baby

La trap, tra passato e futuro. Parla Side Baby

Quando si parla di artisti che hanno lasciato il segno nella trap in Italia, è impossibile non citare Side Baby. Le sue parole

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La trap, tra passato e futuro. Parla Side Baby

Quando si parla di artisti che hanno lasciato il segno nella trap in Italia, è impossibile non citare Side Baby. Le sue parole

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Quando si parla di artisti che hanno lasciato il segno nella trap in Italia, è impossibile non citare Side Baby. Pioniere del genere e punto di riferimento, ha contribuito a riscrivere le regole del rap italiano già con la Dark Polo Gang, prima di intraprendere un percorso solista che lo ha reso uno degli interpreti più riconoscibili della scena urban.

Side Baby ha trasformato il suo vissuto in musica

Romano fino al midollo, cresciuto a Testaccio fra writing e skateboard, Arturo Bruni (questo il suo nome) ha trasformato il suo vissuto in musica, portando nel mainstream un linguaggio nuovo, diretto e senza compromessi. Oggi, con la riedizione speciale del suo ultimo album “Leggendario RXX Edition”, Side Baby rilancia la sua visione artistica intrecciando trap, urban internazionale e la sua cifra personale. Una tracklist costruita più d’istinto che per calcolo: «Lavoro molto di getto, in modo spontaneo. Non c’è mai un ragionamento dietro: facciamo più ascolti, vediamo cosa suona meglio prima o dopo, quali tracce stanno bene vicine fra loro. Non c’è un concetto narrativo di continuità, è più un lavoro di istinto» racconta.

Eppure non nasconde di ammirare chi è capace di fare il contrario: «Apprezzo chi riesce a raccontare una storia di canzone in canzone, ma non è il mio caso. Produco tanta musica in studio e, quando c’è un bel po’ di materiale, con il mio team scegliamo come metterlo insieme al meglio».

Il singolo di Side Baby “Volermi morto”

A luglio, prima dell’uscita della nuova edizione dell’album, è arrivato un po’ a sorpresa il singolo “Volermi morto”: «Era da un po’ che non pubblicavo musica, quindi ho deciso di fare uscire qualcosa per chi segue e sostiene il mio lavoro. Era un brano che avevo pronto, mi sembrava giusto condividerlo senza troppi calcoli. È stato più un regalo che un tassello pianificato. È sicuramente uno step in più, un mattone aggiunto al percorso».

Impossibile non chiedergli un parere sulla scena trap di oggi: «La vedo sempre più figa. C’è stata una crescita esponenziale: quando ero piccolo c’erano pochi rapper, nella mia generazione eravamo una trentina, ora ce ne sono centinaia. Ma in Italia il rap è relativamente giovane, quindi è normale che ci sia questa crescita». Ripensare al momento in cui la trap approdò in Italia fa quasi sorridere, ora che è diventata parte integrante del mainstream e ha saputo parlare a un’intera generazione.

Side Baby, che quel viaggio lo ha vissuto da protagonista, lo sa molto bene: «È stato naturale. Siamo stati la prima generazione di rapper usciti in maniera indipendente e più giovani. I ragazzi ci hanno visto come una prova che si potevano fare le cose in modo diverso. Prima era tutto più complicato, più chiuso: oggi con YouTube e i social hai mezzi che prima non esistevano. Noi abbiamo avuto la fortuna di esserci nel momento giusto, ma anche la bravura di saperlo sfruttare».

Il legame con Roma

Il legame con Roma, la sua città, resta altrettanto profondo e a dir poco fondamentale: «Il rap è rappresentare il proprio quartiere, i luoghi in cui si è nati e cresciuti. Siamo la generazione di Totti, delle bandiere. Siamo cresciuti con quel senso di appartenenza. È un legame viscerale, difficile da spiegare ma sempre presente». Lo sguardo di Side Baby però non è rivolto al passato ma ben radicato nell’oggi, con attenzione al futuro: «Ho intenzione di fare ancora tante cose, anche diverse da ciò che ci si aspetta da me. Sto lavorando a nuova musica, non ho ancora un progetto preciso ma l’ispirazione non manca».

di Federico Arduini

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