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L’eterno fascino dell’antica Roma

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L’eterno fascino dell’antica Roma. In Inghilterra “Vite dei Cesari”, nella nuova versione tradotta dal divulgatore, romanziere e autore di podcast Tom Holland, è nella classifica dei libri più venduti

L’eterno fascino dell’antica Roma

L’eterno fascino dell’antica Roma. In Inghilterra “Vite dei Cesari”, nella nuova versione tradotta dal divulgatore, romanziere e autore di podcast Tom Holland, è nella classifica dei libri più venduti

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L’eterno fascino dell’antica Roma

L’eterno fascino dell’antica Roma. In Inghilterra “Vite dei Cesari”, nella nuova versione tradotta dal divulgatore, romanziere e autore di podcast Tom Holland, è nella classifica dei libri più venduti

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L’eterno fascino dell’antica Roma. Tutti pazzi per Svetonio. In Inghilterra “Vite dei Cesari” (nella nuova versione tradotta dal divulgatore, romanziere e autore di podcast Tom Holland) è nella classifica dei libri più venduti. Una nuova pagina nella lunga storia di amore e interesse per l’antichità che sembra non abbandonarci mai. Saggi, romanzi, serie tv, remake e mega produzioni cinematografiche, persino podcast e canali YouTubetematici con milioni di visualizzazioni. L’antica Roma – con i suoi imperatori saggi, strateghi e talvolta folli, la mitologia, gli intrecci tra Oriente e Occidente, le grandi battaglie – rappresenta un mondo che non smette di appassionare.

Ecco quindi Svetonio e le sue “Vite dei Cesari”, opera composta nel II secolo dopo Cristo, fare capolino nel 2025 tra i bestseller in Inghilterra. Grazie anche all’adattamento per laPenguin Classics di un divulgatore popolarissimo come Holland. Che ha saputo rendere in fase di traduzione l’opera più vicina alla sensibilità moderna. Uno sforzo reso piuttosto semplice dalla natura vivace e curiosa delle biografie lasciateci da Svetonio.

Da Giulio Cesare a Domiziano, lo storico e biografo (che lavorò con alterne fortune per l’imperatore Adriano) amplia infatti il racconto a vizi, virtù, caratteri, famiglie, aspetto fisico, atti eroici, ma anche aneddoti decisamente poco edificanti dei grandi e complessi uomini che hanno segnato la storia imperiale. «L’interesse per l’antica Roma non deve sorprendere» spiega Mauro De Nardis, professore aggregato di Storia romana all’Università degli studi di Napoli “Federico II”. «In questo caso la chiave del successo contemporaneo di Svetonio sta nel fatto che, nel suo racconto, si comporta quasi come un ‘giornalista’ moderno. Scrive ritratti in chiaroscuro, riporta anche pettegolezzi e dicerie, ha una capacità infaticabile di mettere insieme episodi che ci fanno sembrare questi imperatori estremamente umani».

Nell’era digitale, dove l’accesso alla conoscenza storica diventa vasto e immediato, l’interesse per l’antica Roma si è recentemente colorato anche di connotazioni alterne. Dal tormentone nato su TikTok a fine 2023 – “Quante volte pensi all’Impero romano?” – fino al cambio di nome in stile legionario di Elon Musk su X. A inizio anno mister Tesla si era ribattezzato, sulla piattaforma social di sua proprietà, “Kekius Maximus”: un chiaro richiamo al film “Il Gladiatore”.

De Nardis sottolinea che «le esagerazioni odierne sono interpretazioni estemporanee di un mondo e di una società che crediamo di conoscere bene. Spesso, invece, chi se ne appropria ne sa poco e di conseguenza ha gioco facile a farne ciò che vuole». E a proposito di ‘fraintendimenti’ sull’antica Roma, pochi mesi dopo Musk è finito nuovamente nell’occhio del ciclone per aver fatto un saluto romano nel corso della cerimonia di insediamento del presidente Trump. Smentendo però l’intenzione e attribuendo il gesto a un suo modo peculiare di salutare il pubblico.

Una cosa è certa: la filiera di contenuti creativi sul tema dell’antica Roma è inarrestabile. Tra storia e fiction, continua a essere una fonte di ispirazione per racconti che mescolano storia, politica, intrighi e un contesto culturale ricco di suggestioni. «Questo interesse non diminuirà anche in futuro» conclude De Nardis. «Dovremo però mantenere il rispetto delle capacità di scrittura degli autori originali e di quelli moderni. Senza affidarci all’intelligenza artificiale, per non correre il rischio di relegare il mondo antico a una dimensione di pura fantasia, come se non fosse mai esistito».

Di Valentina Monarco

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