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Ritorni musicali, il passato suona nel futuro

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Il 2023 è l’anno dei ritorni musicali dal passato, dai Beatles ai Rolling Stones mentre di rivoluzioni odierne pochissime tracce. Siamo forse in una nuova era?

Ritorni musicali, il passato suona nel futuro

Il 2023 è l’anno dei ritorni musicali dal passato, dai Beatles ai Rolling Stones mentre di rivoluzioni odierne pochissime tracce. Siamo forse in una nuova era?
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Ritorni musicali, il passato suona nel futuro

Il 2023 è l’anno dei ritorni musicali dal passato, dai Beatles ai Rolling Stones mentre di rivoluzioni odierne pochissime tracce. Siamo forse in una nuova era?
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Bazzicando in questi giorni i social mi sono imbattuto in diversi post che più o meno così sentenziavano: «È il 2023 ma pare il 1968! Un nuovo disco dei Rolling Stones, un nuovo singolo dei Beatles». Fra recensioni, critiche e le ormai immancabili discussioni ‘copia e incolla’ sull’intelligenza artificiale si è però perso di vista l’elefante nella stanza: non è tanto il fatto che se ne parli nel 2023 (ci mancherebbe pure), è che di gruppi così oggi non ne emergono più. È tempo di prenderne coscienza: sono ormai anni che non assistiamo alla nascita di un artista che sappia spostare in avanti di un capitolo il libro della storia della musica. Di grandi ne abbiamo ascoltati tanti, alcuni di straordinario talento, capaci di scrivere canzoni di indubbio successo commerciale da milioni di copie e/o di valore artistico. Ma quanti di questi possono dire di aver lasciato davvero il segno, di aver cambiato qualcosa, di aver generato un confine netto, deciso fra un prima e un dopo? E non si tratta più neanche di dire che è una questione di prospettiva, perché alcuni nomi ‘nuovi’ sono in giro da tempo e (probabilmente) hanno già dato il meglio di sé. Sulle ragioni si potrebbe scrivere più di un ciclo epico e non riuscire comunque a venirne a capo. Non che in altri campi, come ad esempio il cinema, ce la passiamo molto meglio… Forse sono finiti i tempi delle rivoluzioni o forse siamo al plateau e vicini a una nuova era. Gli uomini e le loro idee ne devono restare protagonisti. di Federico Arduini

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