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Con Batman l’invenzione del Comic Book

Percorrendo la strada affianco a Superman, il pipistrello di Gotham segna una pietra miliare nell’affermazione del fumetto.
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Con Batman l’invenzione del Comic Book

Percorrendo la strada affianco a Superman, il pipistrello di Gotham segna una pietra miliare nell’affermazione del fumetto.
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Con Batman l’invenzione del Comic Book

Percorrendo la strada affianco a Superman, il pipistrello di Gotham segna una pietra miliare nell’affermazione del fumetto.
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Percorrendo la strada affianco a Superman, il pipistrello di Gotham segna una pietra miliare nell’affermazione del fumetto.
Negli anni Trenta le numerose riviste a fumetti che affollano i pavesi delle edicole statunitensi sono tutte miscellanee o antologie. Fascicoli titolati genericamente, in vendita per pochi centesimi e che fanno a gara per promettere la storia più avvincente (tanto meglio se illustrata con colori vivaci) alla crescente popolazione urbana salariata in cerca di uno svago letterario lontano dalle dure condizioni economiche post crisi del 1929. Le riviste sono però spesso mere raccolte di strisce già pubblicate sui giornali, con qualche pionieristica eccezione d’inediti come l’“Action Comics” della National Allied Publications e i “Marvel Comics” della Timely. La spinta innovativa di questi editori è rischiosa perché vanno a tentoni, senza precedenti sui quali basarsi, ma il gioco vale la candela: superare l’intermediazione dei quotidiani, agganciando direttamente i lettori di fumetti, permetterebbe infatti di acquisire un’autonomia distributiva pari a quella dei prodotti in prosa e decuplicare così i guadagni. La svolta avviene nel 1938, quando la National pubblica un’avventura di Superman tra le varie storie all’interno del suo primo numero di “Action Comics. In un sol colpo rende popolare il nuovo genere dei supereroi e afferma una volta per tutte la validità del nuovo formato editoriale del comic book (“libro a fumetti”) rispetto alle antologie generiche. Nel successivo stato di fibrillazione editoriale Malcom Wheeler Nicholson, proprietario della National, chiede subito agli autori nuovo materiale supereroistico da inserire in “Detective Comics”, la prima rivista a fumetti con un genere specifico. Il disegnatore Bob Kane, fino a quel momento conosciuto soprattutto come un ricalcatore di Alex Raymond, fiuta il potenziale economico e immagina, ispirato dai disegni di Leonardo da Vinci, un giustiziere capace di volare grazie a rigide ali di foggia vampiresca. All’inizio il suo The Bat-Man indossa una tuta rossa e una mascherina sugli occhi, tradendo ispirazioni dalle cromie di Superman e dall’aspetto dell’Uomo Mascherato. Fortunatamente lo sceneggiatore Bill Finger interviene sul concept dell’amico, rinforzando le suggestioni tenebrose con un costume completamente nero, un mantello al posto delle ali meccaniche e una maschera da pipistrello a confermare il nome semplificato in un più diretto Batman. Finger aiuta soprattutto nella caratterizzazione: risale la fonte degli eroi notturni ispirandosi nientemeno che a Zorro – che al tempo furoreggia nei cinema interpretato da Douglas Fairbanks – e alle lugubri atmosfere dei film in cui Bela Lugosi dava un volto a Dracula, il vampiro per eccellenza. Nel 1939 viene allora data alla stampe la prima storia di Batman, il cui immediato successo si affianca a quello di Superman: entrambi conquistano per primi un comic book esclusivo. Oltre che per la popolarità, è quindi per questo merito editoriale che Batman rimane un punto fermo nell’evoluzione del sistema fumetto, avendo influenzando in maniera significativa la maturazione del medium in un percorso che a più di un secolo dalla sua comparsa è tuttora in divenire. di Camillo Bosco 

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