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Oscar, perché si chiamano così. La prima edizione? Durò 5 min.

Questa notte andrà in scena, al Dolby Theatre di Los Angeles, lo spettacolo degli Oscar. Le curiosità – cadute comprese – che hanno segnato la storia di questo appuntamento imperdibile per cinefili e non.
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Oscar, perché si chiamano così. La prima edizione? Durò 5 min.

Questa notte andrà in scena, al Dolby Theatre di Los Angeles, lo spettacolo degli Oscar. Le curiosità – cadute comprese – che hanno segnato la storia di questo appuntamento imperdibile per cinefili e non.
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Oscar, perché si chiamano così. La prima edizione? Durò 5 min.

Questa notte andrà in scena, al Dolby Theatre di Los Angeles, lo spettacolo degli Oscar. Le curiosità – cadute comprese – che hanno segnato la storia di questo appuntamento imperdibile per cinefili e non.
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Questa notte andrà in scena, al Dolby Theatre di Los Angeles, lo spettacolo degli Oscar. Le curiosità – cadute comprese – che hanno segnato la storia di questo appuntamento imperdibile per cinefili e non.
Per i cinofili e non questa notte sarà la maratona dell’anno: la 94esima edizione degli Academy Awards nello storico Dolby Theatre a Hollywood (Los Angeles), diventato ormai la casa degli Oscar dal 2002. Un appuntamento capace di generare un hype unico anche oltre Oceano; proprio qui, nel bel Paese del cinema d’autore. L’Italia è infatti, dopo gli Stati Uniti, il paese con più vittorie nel suo palmarès. Per l’edizione 2022 sono diverse le candidature made in Italy: Paolo Sorrentino con il suo ‘È stata la mano di Dio, che concorre nella categoria ‘Miglior film internazionale’;  il regista Enrico Casarosa perLuca nella categoria ‘Miglior film d’animazione’ e Massimo Cantini Parrini per i costumi del film ‘Cyrano. D’altro canto, come diceva John Wayne, “Se vivi abbastanza a lungo e sei in grado di parlare, un Oscar puoi sempre vincerlo”. Già, perché quella statuetta d’oro è ancora oggi il sogno da realizzare, l’apice della vetta artistica, il culmine della carriera. Ma tutto questo, gli allora fondatori degli Awards of Merits nel 1929 non potevano neanche immaginarlo. La 1° edizione infatti durò a malapena 5 minuti, davanti ad un pubblico di 250 invitati che avevano pagato 5 dollari per assistere ad una premiazione di nomi già risaputi da giorni. La statuetta venne ideata da un giovane neolaureato e replicata in 14 esemplari tutti ricoperti in lega d’oro. O almeno fino alla II Guerra mondiale, dove la necessità di accaparrarsi tutto il metallo a disposizione per il conflitto portò l’omino d’oro a diventare… di gesso. Il nome Oscar resisterà fino ai giorni nostri come frutto di una semplice esclamazione di Margaret Herrick, direttrice dell’Academy nel 1931 che, guardando la statuetta, avrebbe esclamato “Somiglia a mio zio Oscar!”. Una leggenda che resiste indisturbata. Dal 1950, anno in cui viene istituita la categoria dedicata ai migliori film stranieri, inizia la conquista di statuette italiane: la prima -nel 1948, quando ancora non esisteva una categoria precisa- venne vinta da Vittorio De Sica con ‘Sciuscià’ che riceverà in totale 4 statuette. Pari merito per Federico Fellini, anche lui con 4 vittorie e un Oscar alla carriera. Nel 1988 Bernardo Bertolucci riuscì nell’impresa di portare a casa l’Oscar come miglior film con “L’ultimo imperatore” mentre Lina Wertmuller fu la prima donna regista di sempre a ricevere una nomination per la miglior regia nel 1977 per “Pasqualino Settebellezze”– e incoronata con un Oscar alla carriera nel 2019.  Nella storia degli Oscar bisognerà aspettare infatti il 2009 per vedere una donna vincere il premio alla migliore regia: è Kathryn Bigelow, che sbaraglia la concorrenza con il film “The Hurt Locker” vincitore, oltre a quella, altre 5 statuette. Ferma nell’immaginario collettivo resta poi l’immagine di Sofia Loren che, sventolando la busta sul palco degli Oscar 1999 urla: “Robertooo!”. Il Roberto in questione è Benigni che ha appena vinto la statuetta con “La vita è bella” e corre sulle poltrone del Kodak Theatre urlando e saltando come un menestrello. 94 anni di cinema, gaffe, momenti memorabili, polemiche e persino cadute (come quella di Jennifer Lawrence nel 2013).  Mentre il cinema continua a soffrire dei nuovi strumenti di fruizione dell’audiovisivo odierni, mentre i botteghini dei cinema languono rimpinguando i portafogli dei giganti dello streaming, gli Oscar rappresentano ancora un momento di puro spettacolo imprescindibile ad ogni epoca ed età. Forse, l’ultimo baluardo del cinema come arte. Preparate i pop-corn. La lunga notte degli Oscar è lunga e quasi mai priva di sorprese.   di Raffaela Mercurio  

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