Cenerentola compie 75 anni
Cenerentola, la storia di una fanciulla orfana della madre che, per la perfidia della matrigna e delle sorellastre, si ritrova sguattera e vittima di soprusi e sberleffi quotidiani
Cenerentola compie 75 anni
Cenerentola, la storia di una fanciulla orfana della madre che, per la perfidia della matrigna e delle sorellastre, si ritrova sguattera e vittima di soprusi e sberleffi quotidiani
Cenerentola compie 75 anni
Cenerentola, la storia di una fanciulla orfana della madre che, per la perfidia della matrigna e delle sorellastre, si ritrova sguattera e vittima di soprusi e sberleffi quotidiani
Cenerentola, la storia di una fanciulla orfana della madre che, per la perfidia della matrigna e delle sorellastre, si ritrova sguattera e vittima di soprusi e sberleffi quotidiani
Nel 1950 The Walt Disney Company è un’azienda sull’orlo della bancarotta. Solo 13 anni prima, con il successo di “Biancaneve”, la società ha rivoluzionato il concetto di cinema d’animazione. Eppure all’inizio degli anni Cinquanta la situazione sembra radicalmente cambiata. Gli enormi costi sostenuti nel 1940 per “Fantasia” hanno costretto la casa di produzione americana a realizzare lungometraggi a buon mercato. Ma in grado di ottenere incassi importanti. Un meccanismo che, almeno inizialmente, ha funzionato con “Dumbo” e “Bambi”. Negli otto anni successivi altri sei film sono stati invece accolti freddamente da spettatori e critica. In più nel frattempo c’è stata la Seconda guerra mondiale, che ha concorso a ridimensionare non poco il volume di affari dell’azienda. Con un risultato, in termini di bilancio, a dir poco disastroso.
L’azienda creata dai fratelli Roy Oliver e Walt Disney nel 1923 (inizialmente con il nome di Disney Brothers Studio) si affaccia così al decennio post bellico con un buco di svariati milioni di dollari. E la concreta prospettiva di dover chiudere i battenti per sempre. Ma il papà di Topolino non è tipo da arrendersi senza combattere. Prova a giocarsi un’ultima carta. E lo fa prendendo in prestito una favola le cui prime tracce risalgono all’antico Egitto e che in seguito (in versioni differenti) era comparsa anche nella Cina del IX secolo a.C. Fino a essere trasposta in versione più moderna prima da Charles Perrault e poi dai fratelli Grimm.
È la storia di una fanciulla orfana della madre che, per la perfidia della matrigna e delle sorellastre, si ritrova sguattera e vittima di soprusi e sberleffi quotidiani. Ma che alla fine, grazie all’aiuto di una fata madrina, trova il riscatto nell’amore con un principe. Titolo: “Cenerentola”. Per Disney è la storia perfetta per il periodo storico che il mondo sta vivendo. Nella vicenda della giovane vessata c’è una metafora della rinascita occidentale dopo il conflitto. Un modello femminile che ben si sposa con la nuova consapevolezza del ruolo della donna nella società, un pizzico di poesia e la vittoria della speranza sull’arroganza nichilista e sui soprusi perpetrati da chi pensa di poter scrivere il destino altrui.
Si affida la realizzazione della pellicola a tre fedelissimi del grande Walt: Clyde Geronimi, Wilfred Jackson e Hamilton Luske. Non disponendo di un grosso budget, i registi ripiegano sul pragmatismo: girano parte delle sequenze con attori in carne e ossa. Sulle cui figure vengono poi ricalcati i personaggi animati. E realizzano l’intera produzione viene con metodi spartani. Ma alla fine il risultato è sorprendente.
La prima proiezione di prova avviene in un cinema di Boston nel febbraio del 1950 e la reazione del pubblico è entusiastica. Il 4 marzo di 75 anni fa “Cenerentola” sbarca nelle sale di tutti gli Stati Uniti. E nell’arco di poche settimane, diviene un classico. La scommessa di Disney sbanca il botteghino, incassa ben 95 milioni di dollari, salva l’azienda dal fallimento e ottiene ben tre candidature all’Oscar, oltre a vincere un premio speciale alla Mostra del cinema di Venezia e l’Orso d’oro a Berlino.
Riproposta nel corso dei decenni in due sequel e in numerosi adattamenti live-action, la favola dell’orfana sfortunata che diviene principessa ha riscritto la storia del cinema e, in un certo senso, della cultura popolare. Dando il via a una rinascita (quella della Disney) tramutatasi in una grande epopea dell’intrattenimento moderno. E insegnandoci che i miracoli possono accadere. Basta incontrare qualcuno che ci creda insieme a noi.
di Stefano Faina e Silvio Napolitano
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