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Napoleone

Napoleone racconta il suo Ep “Va’ e torna”

Un Ep, un tour appena terminato e una carriera divisa tra il ruolo di autore e cantante. Napoleone si racconta
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Napoleone racconta il suo Ep “Va’ e torna”

Un Ep, un tour appena terminato e una carriera divisa tra il ruolo di autore e cantante. Napoleone si racconta
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Napoleone racconta il suo Ep “Va’ e torna”

Un Ep, un tour appena terminato e una carriera divisa tra il ruolo di autore e cantante. Napoleone si racconta
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Un Ep, un tour appena terminato e una carriera divisa tra il ruolo di autore e cantante. Napoleone si racconta
Quando si ascolta una canzone la si associa quasi sempre a chi la interpreta, a chi le dà voce, dimenticandosi quanto lavoro e quante persone solitamente stanno dietro al prodotto finito. Uno dei ruoli che maggiormente andrebbe riscoperto e raccontato è senza dubbio quello dell’autore. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il cantautore napoletano Napoleone, che da anni vive una dualità artistica: scrive per gli altri – ha firmato per Michele Bravi, Gaia Gozzi, Chiara Galiazzo tra gli altri –  oltre che per sé. Gli abbiamo quindi chiesto quale fosse la principale differenza tra lo scrivere per sé o per un altro artista: “C’è molto differenza, secondo me, nel processo creativo. Tuttavia, nel momento in cui salgo su un palco, oppure ascolto in radio la canzone che ho scritto e la vedo vivere di vita propria, la sensazione più o meno la stessa. Credo che nel momento in cui scrivi e pubblichi qualcosa che arriva alla gente, che arriva un po a tutti, poi automaticamente non sia più tua. Non so come spiegarti questa sensazione, però capita anche a me delle volte di cantare delle mie canzoni pensando di star cantando comunque un qualcosa che non è mio“. Napoleone ha da poco terminato un tour nei club in cui ha presentato live il suo nuovo Ep “Va’ e torna”, un’idea abbastanza recente: “Negli ultimi due anni ho semplicemente pubblicato dei singoli, senza nemmeno pormi troppo l’obiettivo di racchiuderle in un disco. Anche perché fino a due anni fa più principalmente facevo l’autore, avevo un mio modo di vivere la musica e le canzoni in modo molto diverso rispetto a una dimensione artistica. A un certo punto sono arrivate canzoni che sentivo molto mie e in quel momento ho deciso di cantarle e pubblicarle. Poi è nata l’idea di giustamente di portarlo dal vivo, di iniziare a fare dei concerti perché fortunatamente qualche singolo tra questi ha avuto un po’ di risonanza“.

Una scelta un pò in controtendenza rispetto a quella di alcuni suoi colleghi, che sembrano rifuggire un pò la dimensione live: “Dal mio punto di vista sono delle scelte: c’è anche chi decide di non fare il tour nei club e aspettare di riempire un palazzetto. La scelta di schivare questa gavetta. Io ho voluto farlo perché ho con me dei musicisti che mi fanno vivere con quella musica, quella dimensione live, che vuole a un certo punto un palco. Anche lavorare con loro alle canzoni mi porta già ad immaginarmi direttamente su di un palco, in una dimensione del genere. Per me è stato abbastanza naturale voler fare questo passaggio”.

E perché “Va’ e torna”? Semplice: “Ho ripreso un una frase che da noi al sud ritrovavi spesso in campagna, sulle immagini votive. Era raffigurato con la Madonna di Pompei ma credo che si adatti ad altri contesti in altre regioni d’Italia. C’era quest’immagine votiva che trovavi in macchina, sui cruscotti, che serviva proprio a proteggere il viaggiatore, ad augurargli un buon viaggio, ma anche un sereno ritorno a casa. Un frase che sintetizza bene tutto quello che è racchiuso nelle canzoni che ho scritto, che parlano del viaggio che ho fatto io dalla Provincia di Salerno, passando da Torino, fino a Milano”. Un rapporto d’amore e d’odio il suo con casa: “Anch’io l’ho vissuta male per molti anni. Ho dovuto per forza di cose andarmene e partire non è mai una scelta facile, per quanto possa essere stimolante. Io l’ho fatto a 23 anni quindi avevo già vissuto abbastanza giù da poter legarmi a molte cose”. Tra le tracce da segnalare “Anna è tornata“, ideale apripista per l’intero ascolto – perché “riesci ad entrare nel mood, con un ascolto un po’ più mirato, più semplice per tutte le altre” -, e il feat con Guè “HITMANIA“. Non è la prima volta che i due collaborano: “Abbiamo collaborato la prima volta al suo disco e siamo rimasti in contatto. C’è un buon rapporto, c’è stima reciproca. Parlavamo da un po’ di questa cosa delle cassettine di mixed Berry perché anche lui ama molto la cultura campana. Ci siamo anche molto divertiti nel farlo quindi davvero molto con serenità: è sempre molto stimolante perché comunque arriviamo da due generi diversi“. di Federico Arduini  

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