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Croazia sul podio e spettacolo in campo

La Croazia è sul podio del Mondiale dopo aver battuto per 2-1 il Marocco nella finalina. È stata l’ultima occasione per vedere certi campioni all’opera ed è stato bellissimo

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Croazia sul podio e spettacolo in campo

La Croazia è sul podio del Mondiale dopo aver battuto per 2-1 il Marocco nella finalina. È stata l’ultima occasione per vedere certi campioni all’opera ed è stato bellissimo

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Croazia sul podio e spettacolo in campo

La Croazia è sul podio del Mondiale dopo aver battuto per 2-1 il Marocco nella finalina. È stata l’ultima occasione per vedere certi campioni all’opera ed è stato bellissimo

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La Croazia è sul podio del Mondiale dopo aver battuto per 2-1 il Marocco nella finalina. È stata l’ultima occasione per vedere certi campioni all’opera ed è stato bellissimo

Croazia sul podio (2-1 al Marocco) e applausi per tutti, in attesa della finalissima. Sarà pure come ha detto in conferenza stampa il ct del Marocco, Regragui, ovvero che la finalina dei Mondiali è una partita inutile, ma è stata l’occasione per ammirare per l’ultima volta croati e marocchini, che in Qatar sono stati garanzia di qualità. Da Modric a Ziyech, Perisic e Amrabat, lo spettacolo non è mai mancato neppure oggi. È stata partita vera. Una delle più belle e combattute di questa controversa Coppa del Mondo. Hanno vinto i croati, sulla meravigliosa corsa del Marocco si è detto e scritto tanto.

Ora è il turno di celebrare – con il terzo posto in Qatar – il portentoso ciclo di Modric e soci che arriva a consunzione. Hanno trovato sulla strada per il successo la Francia di Mbappè quattro anni fa. Qualche giorno fa sono stati fermati a un passo dalla finale da Leo Messi in stato di grazia. Per la qualità, la pulizia tecnica, la Croazia è stata battezzata il Brasile d’Europa. Si è piazzata tra le prime quattro due volte in fila ai Mondiali, un percorso iniziato con il terzo posto a Francia 1998, all’esordio nella competizione iridata, fermata in semifinale da una doppietta di Lilian Thuram, un difensore fenomenale che però aveva poca confidenza con la porta.

È mancato il picco, ma la continuità di risultati degli eredi dell’ex Jugoslavia ha pochi eguali. Ad alti livelli, nel nuovo millennio meglio dello stesso Brasile, per non parlare dell’Italia, assente agli ultimi due Mondiali. Un qualcosa di incredibile, per un paese da quattro milioni di abitanti.

La classe di Luka Modric, 37 anni, uno di quelli che entrano di diritto nel clan degli Xavi e Iniesta, forse anche di Pirlo – ovvero quei geni che non farai altro che ammirare e rimpiangere, una volta lontani dal campo – è stata il faro di una generazione che è divenuta adulta nei migliori campionati d’Europa. Perisic, per esempio, anni all’Inter e ora al Tottenham, nelle ultime tre edizioni di Coppa del Mondo ha messo assieme 11 tra gol e assist. Solo Messi (15) ha saputo far meglio. Poi, Kovacic, Brozovic, Lovren, il nuovo che avanza come il difensore Gvardiol – suo il gol del vantaggio con il Marocco – che è soprannominato Pep per il cognome assai simile a quello del tecnico spagnolo del Manchester City. E ci sono tracce di un ciclo forse irripetibile anche nello staff del ct Bilic, che comprende Mario Mandzukic, idolo juventino, uno di quelli che sa come si vince, tra Juve appunto e Bayern Monaco. Il ricambio sarà complicato, anche se nei Balcani il talento abbonda da sempre, c’è qualche pezzo del 2000 che viene avanti. C’è da chiedersi se Modric vorrà custodire, accompagnare il nuovo ciclo fino a Euro 2024.

C’è anche da pensare, allargando il pensiero verso Sinisa Mihajlovic, morto ieri, a cosa sarebbe potuta essere la ex Jugoslavia, sia ora tenendo conto dei vari Vlahovic, Kostic, Milinkovic-Savic, Savic, Pjanic, Dzeko, Handanovic. Una considerazione da bar dello sport, certo. Ai tempi di Sinisa poi c’è stato un pacchetto formidabile di talenti, da Savicevic a Boban, Stojkovic, poi Suker, Prosinecki. Una rosa da favorita fissa agli Europei, ai Mondiali.

Di Nicola Sellitti

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