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Sinner Us Open

Il Signore degli Slam

Il trionfo di Jannik Sinner è una lezione per tutti: conta il carattere, ma emerge uno stile sublime nell’interpretare la propria vita e il proprio ruolo

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Il Signore degli Slam

Il trionfo di Jannik Sinner è una lezione per tutti: conta il carattere, ma emerge uno stile sublime nell’interpretare la propria vita e il proprio ruolo

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Il Signore degli Slam

Il trionfo di Jannik Sinner è una lezione per tutti: conta il carattere, ma emerge uno stile sublime nell’interpretare la propria vita e il proprio ruolo

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Il trionfo di Jannik Sinner è una lezione per tutti: conta il carattere, ma emerge uno stile sublime nell’interpretare la propria vita e il proprio ruolo

Sui numeri di Jannik Sinner, sui record stracciati, sulla storia dello sport e non solo scritta settimana dopo settimana non sapremmo più cosa aggiungere. Se non che abbiamo la felicissima sensazione che potremo aggiornare chissà quante volte statistiche e un curriculum che “minaccia“ di virare al mostruoso in tempi brevissimi.

Fateci ricordare, però, che vincere il secondo Slam della stagione a New York – New York! – significa giocare davanti a mezza Hollywood – da Dustin Hoffman a Matthew McConaughey – Elon Musk, Taylor Swift, la stella NBA Steph Curry, uno dei quarterback più famosi dell’NFL Patrick Mahomes e potremmo andare avanti più o meno all’infinito. Aggiungendo una platea televisiva globale che fa di un personaggio ‘solo’ di caratura internazionale in icona mondiale.

Tutto con la faccia di quello che è lì in campo per fare la cosa che ama di più nella vita (e lo dice), ma anche con un’applicazione, una serietà, un senso del dovere verso se stesso, il suo team, chi gli vuole bene, chi lo segue, chi tifa per te che non ammette deroghe. Come chiarito nel sentito, asciutto, emozionato e bellissimo discorso della vittoria a Flushing Meadows.

Un modo di celebrare il trionfo con una misura che è una lezione per tutti: conta il carattere, certo, ma emerge uno stile sublime nell’interpretare la propria vita e il proprio ruolo.

Il tennis italiano, intanto, non crede ai suoi occhi, perché quello che sta facendo da anni va oltre ogni più sfrenata fantasia. Abbiamo un fenomeno senza limiti, che tutto il mondo ci invidia. Uno dei due eredi – con Carlitos Alcaraz – dei mostri sacri capaci di dominare 20 anni e più di uno sport globale e realmente senza confini come solo il tennis sa essere.
Poi uno squadrone mostruoso nei primi 100 al mondo, la Davis, l’oro e il bronzo alle Olimpiadi, etc.

Pensate infine agli ultimi otto giorni: una settimana fa quel selfie incredibile – uno dei più belli dell’anno, come minimo – con Charles Leclerc davanti alla folla oceanica in rosso di Monza. Ieri, le braccia al cielo di uno degli sportivi più famosi del pianeta. Italiano.

Una volta si diceva: “Non svegliateci“ e questa volta invece vogliamo goderci ogni istante con gli occhi ben aperti e un sorriso enorme stampato sulle labbra.

Di Fulvio Giuliani

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