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L’eterna Italia-Spagna

Il confronto tra Italia e Spagna si ripete spesso, in diversi sport, negli ultimi mesi. Stasera la nazionale guidata dal ct Spalletti affronta la Spagna agli Europei

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L’eterna Italia-Spagna

Il confronto tra Italia e Spagna si ripete spesso, in diversi sport, negli ultimi mesi. Stasera la nazionale guidata dal ct Spalletti affronta la Spagna agli Europei

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Il confronto tra Italia e Spagna si ripete spesso, in diversi sport, negli ultimi mesi. Stasera la nazionale guidata dal ct Spalletti affronta la Spagna agli Europei

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Il confronto tra Italia e Spagna si ripete spesso, in diversi sport, negli ultimi mesi. Stasera la nazionale guidata dal ct Spalletti affronta la Spagna agli Europei

Il confronto si ripete spesso negli ultimi mesi. Ma – chi l’avrebbe mai detto – il calcio è stato sinora in seconda o terza fila rispetto al tennis, alla MotoGP, alla F1. Italia contro Spagna (stasera ore 21:00, si gioca a Gelsenkirchen) è stato ed è, anche in proiezione Wimbledon, Sinner contro Alcaraz con il duello per il trono mondiale che passa attraverso sfide mozzafiato. Poi ci sono Marquez e Bagnaia che correranno sotto lo stesso tetto  (o meglio, box) nel super team voluto da Ducati per la prossima stagione, mentre i due paesi spingono assieme il percorso, che si conclude a fine annata, di Carlos Sainz sulla Rossa.

Dunque, il pallone deve recuperare inaspettatamente terreno. L’approccio degli italiani con gli Europei tedeschi è stato tiepido, quasi distaccato. Sembrava fosse svanita l’onda che ha accompagnato l’Italia a vincere il torneo tre anni fa ma ha influito parecchio la successiva mancata qualificazione ai Mondiali in Qatar.

I margini di recupero però ci sono, soprattutto se la nazionale italiana ripeterà la buona prestazione fornita contro l’Albania, all’esordio agli Europei. Certo, si tratta della Spagna, la giovane Spagna di Pedri e Yamal, che contro la Croazia ha mostrato grande qualità, forse con meno possesso palla e più gioco in verticale rispetto al passato. Con un pari, il salto agli ottavi è praticamente garantito per entrambe, ma si deve giocare al massimo. Lo insegnano anche altre discipline, è l’unico modo per essere credibili, oltre che attraenti agli occhi degli appassionati.

In ballo per gli azzurri, oltre a una grossa fetta di qualificazione agli ottavi di finale, evitando anche qualche pezzo grosso che arriva da altri segmenti di tabellone, c’è il rapporto da rafforzare con gli italiani, che sono in fase di risveglio rispetto all’Italia ma che patiscono l’assenza di fuoriclasse e tollerano sempre meno gli estremismi del mondo del calcio, che si sente sempre un po’ avulso dalla realtà. Anche in questo senso ci sono finalmente segnali positivi, ci si riferisce alla presa di posizione “politica” di Mbappé e di altri calciatori della nazionale francese rispetto al voto per le legislative del 30 giugno.

Dal suo canto, Spalletti spinge su quello che sa fare, ossia tanto: qualità, lavoro, sacrificio, creatività e rispetto delle regole. È la ricetta del ct per colmare il gap tecnico – che esiste – anche con gli spagnoli, sebbene non si intravede tra le Furie rosse la qualità e il talento della generazione degli Xavi e Iniesta. Tre anni fa c’è stato l’incrocio in semifinale, con gli azzurri avanti ai rigori al termine della prova più dura. C’era Roberto Mancini, c’era Luis Enrique, c’era un altro gruppo azzurro: quello attuale sembra sia all’inizio di un cammino che dovrà portare, dopo due pass falliti in fila, ai Mondiali del 2026.

di Nicola Sellitti

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