Mbappé senza calcoli e paura sfida Le Pen
Ha iniziato Thuram; dopo nemmeno 24 ore è sceso in campo Mbappé con un discorso politico contro l’estremismo, “contro coloro che dividono”. Lo spauracchio è Le Pen
Mbappé senza calcoli e paura sfida Le Pen
Ha iniziato Thuram; dopo nemmeno 24 ore è sceso in campo Mbappé con un discorso politico contro l’estremismo, “contro coloro che dividono”. Lo spauracchio è Le Pen
Mbappé senza calcoli e paura sfida Le Pen
Ha iniziato Thuram; dopo nemmeno 24 ore è sceso in campo Mbappé con un discorso politico contro l’estremismo, “contro coloro che dividono”. Lo spauracchio è Le Pen
Ha iniziato Thuram; dopo nemmeno 24 ore è sceso in campo Mbappé con un discorso politico contro l’estremismo, “contro coloro che dividono”. Lo spauracchio è Le Pen
Chi l’avrebbe mai detto. È la riflessione iniziale, prendendo nota della serie di posizioni pubbliche assunte nelle ultime ore dai calciatori della nazionale francese presenti a Euro 2024 (stasera l’esordio alle 21:00 con l’Austria) che hanno invitato i connazionali a recarsi alle urne per le elezioni legislative del 30 giugno indette dal presidente della Repubblica, Macron. Lo spauracchio è Marine Le Pen e il Rassemblement National (RN).
Ha iniziato l’attaccante dell’Inter, Marcus Thuram, spingendo i francesi ad andare a votare per fermare l’avanzata dell’estrema destra, che alle Europee è andata oltre il 30%. Ci sono state accese polemiche in Francia, oltre allo stupore per la levata di scudi di un nazionale francese. E dopo nemmeno 24 ore è sceso in campo Kylian Mbappé, il calciatore più forte al mondo – tra l’altro anche lui al centro delle polemiche per la più che probabile assenza ai Giochi olimpici per volere del Real Madrid – che ha appoggiato Thuram, esibendosi in un discorso politico contro l’estremismo, “contro coloro che dividono”, a favore di inclusione, rispetto, tolleranza, aggiungendo forse il passaggio più importante, cioè che la sua voce, la voce di Kylian Mbappé deve arrivare il più possibile, non escludendo che gli stessi calciatori francesi potrebbero organizzare qualcosa per spingere i francesi ad allontanare lo spettro della destra estrema. Hanno risposto a domande sulla situazione politica in Francia anche Dembélé, Giroud, Pavard.
Non ci sono posizioni ufficiali della federcalcio transalpina, non si sa se Mbappé e soci siano stati stimolati, invitati a prendere una posizione sul tema. Anzi, il commissario tecnico della Francia, Didier Deschamps, ha invitato tutti a tornare a parlare di calcio, cioè quello che avviene da decenni, con il pallone totalmente scollegato da quanto avviene nel mondo, ben confinato nella sua comfort zone. Anche ai recenti Mondiali in Qatar, dove c’era parecchio da dire, da segnalare in termini di violazioni dei diritti umani, il silenzio ha fatto la voce grossa. Non ci sono state, per esempio, posizioni forti, incisive, contro la guerra in Ucraina, figurarsi per quanto sta avvenendo a Gaza. La consapevolezza e l’esposizione su temi politici, etici, sessuale è piuttosto rara, non è certo l’era di personaggi come Diego Maradona, solo per citare quello con più appeal non solo mediatico per portare fuori dal campo alcune considerazioni personali. Per questi motivi, indipendentemente dalle nostre considerazioni politiche, il discorso di Mbappé (e prima ancora di Thuram) è decisamente un buon segnale. In particolare quello dell’attaccante del Real Madrid, parecchio legato, tra l’altro, a Macron.
di Nicola Sellitti
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