Roberto Mancini shock
Roberto Mancini si è dimesso, lasciando la Figc all’aria, alla ricerca di un sostituto di qualità con il doppio impegno (Macedonia del Nord, Ucraina) tra il 10 e 12 settembre
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Roberto Mancini si è dimesso, lasciando la Figc all’aria, alla ricerca di un sostituto di qualità con il doppio impegno (Macedonia del Nord, Ucraina) tra il 10 e 12 settembre
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Roberto Mancini si è dimesso, lasciando la Figc all’aria, alla ricerca di un sostituto di qualità con il doppio impegno (Macedonia del Nord, Ucraina) tra il 10 e 12 settembre
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Roberto Mancini si è dimesso, lasciando la Figc all’aria, alla ricerca di un sostituto di qualità con il doppio impegno (Macedonia del Nord, Ucraina) tra il 10 e 12 settembre
L’addio alla panchina della nazionale italiana a nove giorni dall’incarico di coordinare le selezioni, a partire dall’Under 19. Si è quasi a Ferragosto e quindi non è un pesce d’aprile, davvero Roberto Mancini si è dimesso, lasciando la Figc all’aria, alla ricerca di un sostituto di qualità con il doppio impegno (Macedonia del Nord, Ucraina) tra il 10 e 12 settembre.
Per certi versi è solo l’ultimo passaggio di un annus horribilis per la nazionale maggiore, assente ai Mondiali qatarioti e incapace realmente di rinnovarsi, con la federazione che non riesce a convincere i club della necessità di una nazionale forte, centrale nei pensieri del movimento.
Oltre un mese fa Mancini era stato al centro di voci di mercato. Il Napoli si è messo sulle sue piste, poi l’azione è evaporata e l’ormai ex ct ha accettato di coordinare tutte le selezioni, inserendo figure a lui vicine (come Attilio Lombardo, suo ex collaboratore) alla guida dell’Under 19. Insomma, fino ai Mondiali 2026 era apparso l’uomo forte a cui appigliarsi per la rigenerazione del calcio italiano, tra gli alti (anzi altissimi) di Euro 2020 e l’incubo del mancato pass alla Coppa del Mondo 2022.
Poi la storia si è complicata. La Figc, dopo avergli dato carta bianca, ha nominato Gigi Buffon capo delegazione azzurro. Il ruolo che fu di Gianluca Vialli. Mancini non ha voluto Buffon come terzo portiere a Euro 2020. Buffon non è stato tenero sull’eliminazione ai playoff Mondiali degli azzurri contro la Macedonia del Nord.
Non si sono mai presi, insomma. E quindi, i primi dubbi, anche se non soprattutto sull’operato dei vertici Figc: perché dare carta bianca a Mancini e poi rifilargli una figura – così ingombrante – poco gradita?
L’assunto si sarebbe complicato ulteriormente quando la Figc avrebbe spinto per l’inserimento di Leonardo Bonucci (messo fuori rosa dalla Juventus) nello staff tecnico per andare in soccorso alla dirigenza bianconera, a rischio causa legale con il difensore, che ha chiesto ufficialmente il reintegro in rosa.
Un’altra palla avvelenata, anche se Mancini ha sempre voluto e difeso Bonucci in maglia azzurra.
Insomma, in attesa di capire ora chi arriverà in azzurro, perché gli impegni sono pressanti e le scommesse poco consentite, con Spalletti e Conte tra i candidati, resta l’amaro in bocca e un enorme punto di domanda.
Mancini è l’eroe di Euro 2020. Gli si deve solo gratitudine. Il suo percorso ha provato a dare una traccia da seguire ai club italiani: fiducia ai giovani e alle idee, al gioco, alla ricerca della qualità. Pare difficile credere alle cosiddette sirene arabe, pochi giorni dopo l’incarico di coordinatore tecnico delle nazionali.
Qualcosa è successo, qualcosa si è rotto se l’ex ct si è dimesso a Ferragosto, a un mese dal doppio impegno azzurro. Se avesse voluto tornare a un club, l’avrebbe fatto a giugno, a luglio.
Nei piani alti della Figc, dopo gli orrori in serie degli ultimi anni, dopo questo ennesimo papocchio, nessuno si mette in discussione?
di Nicola Sellitti
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