Sinner ha cambiato i connotati al nostro Paese, parla il giornalista Marco Bucciantini
“Con Sinner è cambiato qualcosa, in tre anni le iscrizioni ai circoli sono decuplicate. Jannik ha generato un cambiamento sociale e culturale. Le parole di Marco Bucciantini, opinionista su Sky e voce del tennis per Eurosport
Jannik come Valentino Rossi o Alberto Tomba, anzi di più. Un asso mediatico che cambia i connotati a un paese calciofilo, che fa presa sugli appassionati di sport, ma anche su chi è perennemente connesso, usa i social o accende semplicemente la tv. Il numero uno al mondo è prossimo all’esordio all’Australian Open, che ha vinto lo scorso anno. Il suo atto primo nelle prove del Grand Slam, seguito dallo Us Open, dalle Atp Finals, dal bis in Coppa Davis con gli altri azzurri, dal vertice mondiale per 32 settimane in fila.
L’attenzione su Sinner è spasmodica. Prossemica, linguaggio del corpo, ogni minimo dettaglio del suo percorso di avvicinamento al torneo australiano è stato vivisezionato. “Sinner è un centro mediatico potentissimo, anche su di lui c’è un approccio al dibattito di tipo ‘calcistico’, che può essere esaltato, aspro, deluso o illuso in base a una vittoria o una sconfitta”, spiega a La Ragione Marco Bucciantini, scrittore, giornalista, opinionista su Sky e voce del tennis per Eurosport, che (oltre a Discovery Plus) trasmetterà l’Australian Open, “Jannik piace al tifoso di tennis che ora si ritrova a sostenere un italiano per due settimane mentre prima i tennisti di casa nostra duravano al massimo una settimana negli Slam, ma piace a chi ha la tv accesa, piace come fosse Amadeus e richiama anche il pubblico femminile e anche i bambini. Questo perché è un personaggio positivo fatto di valori, senza tatuaggi, pose o atteggiamenti maleducati. Non ha un caratteraccio, arriva a tutti perché è bravo e per fortuna la bravura è ancora un valore, anche in Italia”, riflette Bucciantini, penna accurata e un racconto dello sport respirato e minuzioso.
Secondo il commentatore di Eurosport e “voce” di Sky, Carlos Alcaraz sarà l’avversario principale per vincere in Australia: “Lo spagnolo è di pari forza, non lo è invece Djokovic, non lo vedo battere più Sinner o Alcaraz nella formula dei 3 set su 5”. Sinner può batterlo un carneade di giornata con ispirazione divina per tre ore, tipo l’americano Shelton, ma Sinner è ormai a un livello di tennis che se riesce a giocarlo, anche se non è perfetto nella partita, rende gli altri meno perfetti di lui”.
L’avversario più duro del cemento australiano per il numero uno al mondo si trova a quasi 16500 km da Melbourne, a Losanna, nella sede dell’agenzia mondiale antidoping (Wada): “L’atteso appello, con la potenziale squalifica, dopo tutti questi mesi che hanno anche portato a discussioni, polemiche, di certo sottrae a Sinner energie preziose”. Di certo, l’effetto-Jannik non sarà mitigato dall’eventuale mancato bis in Australia: “Ha davvero cambiato i connotati al nostro Paese, con lui è cambiato qualcosa, in tre anni le iscrizioni ai circoli sono decuplicate. Sinner ha generato un cambiamento sociale, culturale, dopo il trionfo in Davis nel 1976 sono arrivati tantissimi campi in terra battuta in Italia, poi divenuti di calcetto o padel”, riflette Marco Bucciantini, “invece ora sono tornati i campi, praticamente tutti i bambini hanno una racchetta in mano, Valentino Rossi e Tomba non hanno potuto cambiare le abitudini degli italiani, non è che tutti potessero girare in moto o andare sugli sci, lui invece può farlo con la racchetta. E dietro di lui ci sono sei-sette italiani under 24 italiani nei primi 100 del mondo”.
di Nicola Sellitti
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- Tag: Tennis