Primo lancio per New Glenn, il razzo che farà concorrenza a SpaceX
È decollato da Cape Canaveral alle 8:03 ora italiana il New Glenn, il nuovo razzo semi-riutilizzabile di Blue Origin, l’azienda aerospaziale di Jeff Bezos
Primo lancio per New Glenn, il razzo che farà concorrenza a SpaceX
È decollato da Cape Canaveral alle 8:03 ora italiana il New Glenn, il nuovo razzo semi-riutilizzabile di Blue Origin, l’azienda aerospaziale di Jeff Bezos
Primo lancio per New Glenn, il razzo che farà concorrenza a SpaceX
È decollato da Cape Canaveral alle 8:03 ora italiana il New Glenn, il nuovo razzo semi-riutilizzabile di Blue Origin, l’azienda aerospaziale di Jeff Bezos
È decollato da Cape Canaveral alle 8:03 ora italiana il New Glenn, il nuovo razzo semi-riutilizzabile di Blue Origin, l’azienda aerospaziale di Jeff Bezos
Dopo anni di velate prese in giro e meme sul web da parte dei fan dell’esplorazione spaziale, il patron di Amazon Jeff Bezos pianta la sua bandiera nel futuro dei viaggi in orbita. La sua Blue Origin, fondata nel 2000 e finora limitata a viaggi turistici per ricconi ai limiti dell’atmosfera, ha finalmente il suo vettore spaziale vero e proprio. Si chiama New Glenn, nome ispirato a John Glenn, il secondo americano nello spazio e primo a raggiungere l’orbita nel 1962. E oggi, dopo lunga attesa e numerosi rinvii, il New Glenn si è alzato in volo per la prima volta dalla base di Cape Canaveral in Florida.
Il razzo, alto 98 metri, si propone di fare concorrenza all’ormai rodatissimo Falcon 9 di SpaceX. Anzi, di superarlo: è più grande, ha più capacità di carico e meno inquinante. Si tratta infatti di uno dei primi vettori ad abbandonare il classico sistema propulsivo che mescola ossigeno liquido e cherosene per ottenere combustione. Il New Glenn sostituisce all’assai poco verde cherosene un molto più ambientalista metano. Proprio questa scelta, e le conseguenti difficoltà nella produzione dei motori (sono nove in tutto, sette sul primo stadio e due sul secondo), ha ritardato i test di volo, previsti inizialmente per il 2020.
Come il Falcon 9, New Glenn è un razzo semi-riutilizzabile. È infatti composto da due stadi. Il primo, il più grande, spinge verso l’orbita il carico. Che completerà poi le manovre di uscita dall’atmosfera e posizionamento nello spazio grazie al più piccolo secondo stadio. Mentre questo continua a volare, il primo segmento, detto anche booster, torna verso la superficie e atterra, adagiandosi su una chiatta nell’oceano grazie alle sue zampe retrattili. Procedura quasi identica a quella del Falcon 9.
Simile è anche il primo scopo del New Glenn: permettere a Bezos di costruire la sua rete di satelliti per le telecomunicazioni, Kuiper. E sfidare così il monopolio di Musk e della sua Starlink. Non a caso già in questo primo volo è stato testato il sistema Blue Ring, che servirà per il dispiegamento dei satelliti.
Il primo volo è andato straordinariamente bene. New Glenn è decollato con successo e ha raggiunto l’orbita al primo tentativo. Un record, se paragonato ai test di SpaceX (che di norma falliscono almeno un paio di volte). Tanto che Elon Musk, che ora suda freddo per l’arrivo di un competitor oggettivamente capace e, pur giovane, minaccioso, si è complimentato subito con Bezos. Unica pecca di questo magistrale primo lancio: il booster non è riuscito ad atterrare, nonostante l’accensione dei motori necessari. Ma era un obiettivo secondario, il vero focus era tutto sul volo.
Siamo quindi entrati in una nuova era dell’esplorazione spaziale. Negli anni scorsi abbiamo assistito al sorpasso delle compagnie private sulle agenzie pubbliche (come Nasa, Esa, Roscosmos). Ma anche all’instaurazione di un regime quasi di monopolio: SpaceX era sola al comando. Ora non è più così. A Bezos servirà tempo, ma da ora in avanti lo spazio non è più “cosa di Musk”. I due uomini più ricchi del mondo si sfidano per il dominio delle stelle. Solo il tempo potrà dirci chi vincerà.
Di Umberto Cascone
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