app-menu Social mobile

Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app
Willy Monteiro

È di Willy Monteiro il solo e vero coraggio

Si rivolga l’attenzione a Willy Monteiro, a cui siamo debitori: sentì la violenza verso altri come rivolta a sé, non girò le spalle né aggredì. Hanno ucciso un giusto.

|

È di Willy Monteiro il solo e vero coraggio

Si rivolga l’attenzione a Willy Monteiro, a cui siamo debitori: sentì la violenza verso altri come rivolta a sé, non girò le spalle né aggredì. Hanno ucciso un giusto.

|

È di Willy Monteiro il solo e vero coraggio

Si rivolga l’attenzione a Willy Monteiro, a cui siamo debitori: sentì la violenza verso altri come rivolta a sé, non girò le spalle né aggredì. Hanno ucciso un giusto.

|
|
Si rivolga l’attenzione a Willy Monteiro, a cui siamo debitori: sentì la violenza verso altri come rivolta a sé, non girò le spalle né aggredì. Hanno ucciso un giusto.

Perché un processo esista e abbia un senso, occorre che gli imputati entrino nell’Aula da presunti innocenti. Lo ripetiamo adesso, proprio perché è più difficile e stridente, quindi più significativo: quegli imputati restando dei presunti innocenti, anche dopo gli ergastoli. È questo il presupposto che renderà legittima la sentenza definitiva, che si spera arrivi presto.

Anche in questo caso, come sempre, le condanne non restituiscono la vita a chi se l’è vista togliere. Non restituiscono quell’affetto ai familiari. Non restituiscono quel ragazzo giusto alla collettività, che tanto ne ha bisogno. La condanna è la giustizia possibile, sperando sia anche quella giusta.

La cosa più importante, però, nel giorno in cui si conclude il primo grado per l’uccisione di Willy Monteiro, non è rivolgere l’attenzione verso coloro che sono imputati di averlo violentemente accoppato, ma verso di lui. Willy sentì la violenza rivolta verso altri come una violenza che lo riguardava direttamente. Non girò le spalle, ma neanche intervenne aggredendo i violenti. Provò a riportare la ragionevolezza. Ed è per questo motivo che noi speriamo, a esito completo del regolare processo, che le pene siano severe in quanto giuste: hanno ucciso un giusto. Le attenuanti penali le valuta il collegio giudicante. Quelle morali non esistono.

C’è un’altra cosa, di cui siamo debitori a Willy: l’avere dimostrato che il carattere e il coraggio non hanno nulla a che vedere con i bicipiti, il culto della lotta, il fingersi dei duri.

di Gaia Cenol

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

Costumi, fede e libertà

11 Febbraio 2025
L’Italia è uno Stato liberale e in cui vige la distinzione fra politica e religione. Purtroppo, …

Mafia, maxi operazione a Palermo: oltre 180 arresti

11 Febbraio 2025
L’inchiesta, condotta dai carabinieri e coordinata dal procuratore de Lucia e dall’aggiunta Sabe…

Reggio Emilia: grosso incendio all’Inalca, residenti evacuati

11 Febbraio 2025
Maxi incendio nello stabilimento Inalca di Reggio Emilia, una delle aziende più note nel settore…

Desenzano, neonata muore dopo il parto. Ginecologo si toglie la vita

10 Febbraio 2025
A Desenzano (Brescia), una neonata è morta poco dopo essere venuta alla luce. 3 giorni dopo un g…

Iscriviti alla newsletter de
La Ragione

Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.

    LEGGI GRATIS La Ragione

    GUARDA i nostri video

    ASCOLTA i nostri podcast

    REGISTRATI / ACCEDI